Giovanni CARPENTIERI giocarpentieri@libero.it
 
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Mostre, critica e scritti

 

L'attività artistica di Giovanni Carpentieri, pur dipingendo dal 1955, inizia nel 1967 a Milano. Nello stesso anno conosce Roberto Crippa e ne diventa amico ed allievo.
Apre uno studio in via della Carità 10 e comincia a dipingere con continuità. Conosce Fontana, Scheggi, Kodra e altri pittori milanesi e ne frequenta gli studi. Qui di seguito sono riportate, seguendo l’ordine cronologico, le sue principali mostre personali e collettive, gli allestimenti, gli estratti dagli articoli dei giornali e le presentazioni delle sue opere e dei documentari audiovisivi didattici e culturali da lui realizzati.

1968

Alla Società del Giardino di Milano, dodici pittori mobilitati per Pierre Cardin. 12 febbraio 1968. Filippo De Gasperi, Cornelia Frigerio, Angelo Verga, Arturo Vermi, Giovanni Carpentieri, Fernando De Filippi, Vincenzo Dazzi, Franco Mazzucchetti, Giusy Bonicelli, Loris Ferrari, Luca Vernizzi, Hisachika Takahaschi”.
Carpentieri presenta i vestiti. Il quotidiano “La Notte” riporta:
“Faceva una strana impressione vedere dodici pittori riuniti nel grande salone, affaticati, imbrattati, eccitati, dipingere quasi di corsa le loro grandi tele ispirate a tutto ciò che un mago della moda come Cardin aveva creato: scarpe, cravatte, impermeabili, vestiti, camice, borse, calze, foulards, costumi da bagno. Dipingevano mentre gli invitati, curiosi, passavano loro accanto, tracciando giudizi affrettati e non sempre benevoli. Ma c’erano tante belle ragazze (chi non invidia le donne dei pittori?) a incoraggiarli e a consolarli….Un “happening”, per usare una parola che oggi tutti ripetono e che significa tante cose, ma soprattutto allegria, festa, libertà. Tema libero, infatti, per i dodici concorrenti.

Mostra personale, con Loris Ferrari alla Galleria San Rocco di Seregno. 16-29 marzo 1968.
Carpentieri espone opere monocrome su tela 90X70. Il colore predominante è il blu e le sinuose e sintetiche forme rappresentate sono ottenute con il movimento naturale del braccio. Si potebbe dire che sono opere gestuali.
Pasquale Colacitti su “Il cittadino della domenica” scrive:
“Giovanni Carpentieri, ....ha esposto in numerose collettive ed ultimamente ha partecipato al Premio “Pierre Cardin Arte Moda”. Le sue forme spaziali portate ad una sintesi grafica e cromatica di estrema semplicità si snodano con un ritmo ondulante ed armonico come forme floreali essenzialissime e decorative in una bicromia bianca e blu. Semplicità rigorosa che ci manifesta un animo abituato alla precisione tecnico-scientifica della sua missione di aviatore che non ignora i pericoli ma che sa anche bearsi di profondi silenzi siderali quando vola nel cosmo nelle chiare e stellate notti estive”
Lelio Scanavini scrive:
“Alla Galleria San Rocco di Seregno espone il pittore-pilota Giovanni Carpentieri. Carpentieri è alla sua prima mostra di una certa importanza ed espone un nutrito gruppo di opere. Quello che più ci ha colpito nella sua pittura, così come ha voluto presentarla, è l’uniformità (di formati, di colori, d’impostazione e di sviluppo). E’ un’uniformità che troviamo quasi agghiacciante, nella sua asetticità e semplicità. Nella pittura di Carpentieri l’esperienza del cielo ha forse un ruolo determinante. Noi per lo meno, è questa esperienza che crediamo di rintracciare nella sua espressione pittorica così disancorata da qualsiasi riferimento antropomorfico e nel rarefatto silenzio sgocciolante dalle sinuosità puntigliose del suo disegno”.

Mostra personale all’Hotel Palace di Varese. 13-26 luglio 1968.
Lelio Scanavini così scrive:
... Le opere esposte nella grandiosa hall dell'albergo (architetto Sommaruga) appartengono a due diverse maniere o, meglio, al manifestarsi per forme diverse di un medesimo contenuto spirituale ed artistico. L'artista, infatti, in ambedue queste maniere esprime il medesimo spirito contemplativo, la medesima tendenza – prima vaga poi più marcata – a geometrizzare e la medesima felice inclinazione alla "pulizia" e alla concisione (dote, quest'ultima, oggi non comune).
I quadri della prima maniera sono volutamente improntati all’uniformità (forse polemicamente?); un’uniformità di formati, di colori, d’impostazione e di sviluppo..... Le opere della seconda maniera si diversificano dalle precedenti innanzi tutto per l’introduzione del colore (in chiave decisamente “orfica”) poi per un progressivo geometrizzarsi della forma e, infine, innovazione non ultima per importanza come si vedrà, l’apparizione in esse della figura, sia pur scomposta secondo direttrici ortogonali e semplificata mediante un procedimento riduttivo-stilizzante. Appare evidente, in queste opere, il tentativo operato dal Carpentieri di sintetizzare la concezione figurativa con quella astratta, operazione il cui procedimento, a nostro avviso, presenta non pochi punti in comune con quello adottato attorno agli anni ’20 da Oscar Schlemmer nelle sue ben note “smaterializzazioni”. In primo luogo sono assai “vicine” alcune soluzioni grafiche, come ad esempio la semplificazione delle forme in figure geometriche regolari, poi la tendenza ad esasperare nella figura umana (e non) gli elementi antinaturalistici fino al limite dell’astrazione e, in terzo luogo, nella accezione simbolica e non struttural-costruttiva attribuita al linguaggio astratto. Queste “parentele”, che abbiamo voluto segnalare per chiarire, almeno in parte, le fonti storiche e gli addentellati della “ricerca” di Carpentieri, non denunciano un suo atteggiamento passivo nei riguardi del grande maestro tedesco, bensì, come appare evidente dalle opere, una volontà di continuare in modo assolutamente autonomo (l’impostazione delle opere di Carpentieri non ha niente di schlemmeriano) un discorso tutt’altro che esaurito”.

Il mensile “Rakam” di febbraio del 1969 pubblica due opere di Giovanni Carpentieri.

La rivista “La ruota Diorama” pubblica un ampio servizio su Giovanni Carpentieri.

L’editrice “I dispari” di Milano pubblica “Quattro mi per voce sola”, poesie di Lelio Scanavini con disegni di Giovanni Carpentieri.

In questo periodo Carpentieri prepara una serie di opere intitolata "VARIAZIONI GEOMETRICHE" sul quadrato, il cerchio ed il triangolo. Sono disegni realizzati colori acrilici, Marabu spray e china su cartoncino per lo più di dimensioni 70X30 e 35X30.
Carpentieri scrive: "Nel 1964 visitai TALIESIN WEST, nel deserto dell'Arizona, nelle vicinanze di Phoenix, la fondazione-residenza estiva dell'architetto Frank Lloyd Writght e restai affascinato dall'architettura di questo eccezionale insieme nel quale dominavano le forme geometriche, soprattutto il triangolo. Sull'acqua di vasche triangolari che circondavano l'edificio galleggiavano sfere di vetro colorato che si muovevano con il vento. L'insieme era una costruzione bassa, con gli stessi colori del deserto, un miracolo circondato dalla sabbia ocra. Passai nella Fondazione tutto il pomeriggio, conobbi una delle figlie dell'architetto da poco scomparso e vidi nel soggiorno, che aveva spessi muri fatti di grosse pietre gialle-arancio e cemento ed era coperto da teli bianchi, un grande cristallo di quarzo anch'esso dominato da forme piramidali e triangolari"

Una presentazione di Giovanni Carpentieri compare sul catalogo “PITTORI E PITTURA CONTEMPORANEA”. Edizioni Il Quadrato.

1969

Mostra personale, con Roberto Crippa, a Palazzo Morandi di Piacenza. 10-17 aprile 1969.
Nello Bagarotti, su “La Libertà” di Piacenza scrive:
"Carpentieri è vicino all’astrattismo geometrico, tipo Kandinsky, Magnelli, Reggiani ed altri. E’ una pittura che ha senso soltanto quando ha una grande purezza di struttura e una totale limpidezza cromatica. E Carpentieri ha su questo piano le carte in regola. La sue strisce di colore vibrano con luminosità entro le semplici masse che le contengono. Il dominio dei segmenti retti è infranto da cupole curve che chiudono le composizioni. Oltre alle tempere, Carpentieri espone alcuni pezzi il cui mondo è rappresentato da sottili lamine d’oro entro cui trovano spazio settori smaltati a tinte vivaci. Queste sono più opere oggettuali che pezzi di pittura. Hanno comunque un forte spicco decorativo e il rigore di impostazione che è tipico dell’artista”.

Mostra personale, con Roberto Crippa, alla Galleria “Città di Treviso”. 3-16 maggio 1969.
Nella rubrica “le Mostre d’Arte” del Gazzettino Veneto, nell’articolo che parla della mostra si dice: “Carpentieri, che dimostra straordinarie capacità grafiche, con i suoi dipinti, spesso monocromi, alla maniera di collages, è su un piano più lirico e tuttavia ugualmente originale”.

Mostra personale alla Galleria Giraldi di Livorno. 5-18 luglio 1969.
Sulla rubrica “Le mostre in Toscana” del “Telegrafo”, Luigi Bernardi scrive:
“La pittura di Giovanni Carpentieri è una “pittura” strana con curiose forme geometriche che ricorrono insistentemente e che, a parte una vaga parentela visiva con certe macchine (diciamo meglio: parti di macchine industriali), è difficile agganciare a qualcosa. Si potrebbe dire che i “segni” di Carpentieri non significano nulla se non se stessi: cioè, anziché “denotativi”, sono “presentativi” se vogliamo usare il linguaggio dell’americana Susan Langer. Chiunque però può apprezzare il lucido rigore con cui Carpentieri costruisce queste immagini, la nettezza dei suoi piani colorati”.

Mostra collettiva con Loris Ferrari, Filippo De Gasperi, Antonio Secci e Pierantonio Verga a Palazzo Serbelloni, Milano. 10 ottobre 19 novembre 1969.
Carpentieri presenta forme geometriche astratte su plexiglass e su cartoncino. Sono le "FORME", che si inseriscono in una idea di arte minimalista, nelle quali ricerca l'equilibrio tra le geometrie pure ed il colore (anche bianco su bianco e bianco su nero). Spesso ne compare una, tra l’ovale e l’ellisse, che  diventerà una delle forme ricorrenti nelle sue opere dei periodi successivi.

1970

Una presentazione e le quotazioni di Giovanni Carpentieri compaiono sul “Catalogo delle quotazioni della pittura europea contemporanea”, editrice Piccioli, Milano.

L’editrice Magenta di Varese pubblica “Per Lucio Fontana”, poesie di Enzo Bontempi e Lelio Scanavini con disegni di Giovanni Carpentieri, Loris Ferrari e Adriano Foschi.

1972

Mostra collettiva “PREMIO EUROPA 72”. Febbraio 1972. Premiato con medaglia d’argento del Comune di Milano. Carpentieri espone una serie di “FORME” su plexiglas e cartoncino.

Mostra personale allo “STUDIO ZERO”,Oberdan, Milano.
Giovanni Carpentieri presenta opere su plexiglass, per lo più monocrome (bianco su bianco e giallo su giallo). Sono forme geometriche semplici che sembrano a rilievo, poiché sfruttano lo spessore e la trasparenza del supporto.
Ennio Bramato scrive:
“Giovanni Carpentieri è un artista tipicamente rappresentativo del mondo moderno: cultore del simbolismo proteso alla espressione dell’essenziale. Ha frequentato lo studio di noti pittori viventi più per istinto personale che per l’esigenza di allinearsi ad una scuola: la personalità e l’intelligenza artistica di Carpentieri erano un fatto, una sostanza nel momento in cui ha elaborato i primi disegni, gli studi dell’adolescenza. La geometria è alla base delle sue composizioni, ordinate, limpide. Il colore costituisce la manifestazione dell’armonia in un insieme che è rigorosamente equilibrio di vibrante espressività. ... La fecondazione umana, la presentazione bianca della vita, la struttura di un elemento nell’ordine ellittico del mondo metafisico – semplicità e complessità a braccetto per Carpentieri secondo un ideale pratico – costituiscono i temi di una visione equilibrata e matura. Purezza di linee e padronanza del colore, con toni decisi e chiaramente marcati, rappresentano un discorso vibrante per sensibilità ed emotività. E’ un’intelligenza ordinata, sobria, cosciente cui la natura ha dato una forte vivacità espressiva al di là del convenzionale e in questo campo egli si presenta a suo agio e compiutamente”.

Lo "STUDIO ZERO" di Milano produce tre multipli di Giovanni Carpentieri con la tecnica della serigrafia su alluminio.

Il mensile “CASA AMICA” di giugno publica alcune opere di Giovanni Carpentieri, inserite in esempi di arredamento moderno.

Mostra personale, con Francesco Mazzei, alla “The Village Group Gallery, San Antonio Texas. Maggio 1972.
Carpentieri espone una ventina di “collages” di media dimensione.
Nel catalogo di presentazione si legge:
“L’artista, amico ed allievo di Roberto Crippa, inizia a dipingere nel 1955 ed espone per la prima volta nel 1968. Continuamente in cerca di nuove tecniche e di nuovi materiali, Carpentieri si è anche interessato alla grafica, con serigrafie ed incisioni. Suoi lavori sono in permanenza alla Galleria Cavour di Milano ed alla Galleria Giraldi di Livorno”.

La rivista trimestrale di architettura, arredamento e industrial design “OTTAGONO” di settembre pubblica una pagina di multipli editi dallo Studio Zero di Milano tra i quali vi è anche una serigrafia su alluminio di Giovanni Carpentieri

Mostra collettiva di Arte Contemporanea “II Biennale Europea”. Delphi, ottobre 1972.

Il mensile “CASA VOGUE” di novembre-dicembre 1972 pubblica una pagina dedicata ai multipli editi dalla Studio Zero di Milano tra cui il multiplo "GP" di Giovanni Carpentieri, serigrafia su supporto e cornice di alluminio.

1973

Mostra collettiva di Pittura e Scultura Contemporanea alla Bottega d’Arte Sant’Ambroeus, dall’8 al 17 gennaio 1973.
A proposito della mostra Pierluigi Orsenigo, sulla Scena Illustrata, dice:
“Con Carpentieri il discorso si complica. I lavori di Carpentieri esposti sono il prodotto di una intuizione utile, felice e tipica del designer, ma presentano pure la caratteristica di uno studio cromatico, strutturato in modo conciso ed omogeneo”.

Mostra personale alla Galleria “ALPHA CENTAURI” Via delle Baleniere, Lido di Roma, 20 maggio- 4 giugno 1973.
Carpentieri espone una trentina di opere su plexiglass e su cartoncino ed inizia una collaborazione di lavoro con la Galleria Alpha Centauri diretta da Maria Laura Collalti, che scrive:
“Carpentieri è di formazione milanese, viene dalla scuola di Roberto Crippa, ma dopo averlo seguito nel sua sintesi gestuale informale si è staccato completamente dal maestro ed ha seguito la sua strada, dedicandosi ad una pittura di tipo geometrico.
Egli ricerca la semplificazione, la forma di grande staticità; ed infatti, prima ha cercato di eliminare i colori poi di concretizzare la forma, trovarla bella, pulita, una forma-totem, una forma che sta lì. L’uomo la guarda, la contempla, addirittura l’adora, la sente lontana, perfetta, fredda come una deità pagana, però non si può non recepirla perché è una forma del mondo di oggi”.
La mostra viene recensita da “Il Miliardo”, settimanale d’attualità artistiche, letterarie e culturali.

Mostra collettiva di grafica e bianco e nero “Omaggio a Pablo Picasso”, Roma dicembre 1973. Premiato con coppa d’argento del Ministero della Sanità.

Il mensile “CASA VOGUE” di dicembre 1973 pubblica una pagina dedicata ai multipli dello Studio Zero di Milano tra i quali vi è una “Forma Totem” di Giovanni Carpentieri, serigrafia su alluminio con cornice in legno.

1974

Mostra collettiva alla Galleria “Art Espace” di Parigi. Maggio 1974.

Mostra collettiva alla Galleria “Art Espace” di Nizza. Giugno 1974.

Mostra collettiva al “Sumitomo Center” di Tokio. Giugno 1974.

Mostra personale, con Giorgio Tonti, Enrico Ricci e Walter del Frate nell’ambito dello “STUDIO ZERO" al FESTIVAL DEI DUE MONDI”, Spoleto, via Duomo. 14 giugno - 7 luglio 1974.
Carpentieri presenta, oltre ad acrilici su tela e su plexiglass, una serie di opere, le “FORME MOBILI”, formate da contenitori nei cui interni vi sono elementi colorati mobili. Ruotandole o scuotendole se ne può cambiare la composizione ed i colori. E' un omaggio (o una costatazione) ad una stabilità impossibile.
Carpentieri scrive: "Il provvisorio, Tinguely, Calder, il misterioso, la scoperta, l'invenzione fortuita, il mutevole, l'inconscio, l'uno e l'infinito, il tempo fuggente e quello fermato, il gioco dei bambini, dei saggi e dei pazzi, il nuovo e il vecchio, il segno organizzato, gli spazi suddivisi, gli schemi, il vero e il falso, le molteplicità, le diverse realtà, la vita e il tempo, la staticità apparente, l'attimo, l'illusione, le imprevedibili evoluzioni, la gioia dell'irripetibile, il dolore della stabilità, il sottile, l'inquietudine, il fermarsi, quando?"

In questo periodo realizza una serie di “TRIANGOLI SOTTILI”, opere su tela e cartoncino eseguite con tecnica mista (colori acrilici, Marabù spray).
Sono opere nelle quali viene esasperata la verticalità delle “punte”. I colori sono quelli primari tra i quali spiccano il nero, l’ocra, il giallo e l’arancione.

Mostra personale allo “STUDIO ZERO”, piazza Oberdan, 10 Milano. Ottobre - novembre 1974.
Aldo Chiaruttini scrive:
“La mostra di Giovanni Carpentieri mi ricorda due altre sue recenti. In qualche modo non siamo esclusi dalla gioia che Carpentieri ha accumulato nei suoi quadri, una gioia che non viene diminuita né dal tempo, né dalla fruizione, ed è perciò permanente e più sicura di ogni altro bene stabile”.

Giovanni Carpentieri realizza opere ispirate alla filosofia Zen. Nascono opere delle serie i “FIORI PER UN GIARDINO ZEN”, “LA MENTE E IL GESTO” e "GEOMETRIA E ZEN".

1975

Mostra collettiva “Premio Marc’Aurelio”, Grand Hotel, via V.E.Orlando, Roma. Gennaio-febbraio 1975.

Mostra personale di gioielli-sculture alla Boutique del Gioiello,Lido di Roma.
Vengono esposti gioielli-sculture in argento. Ogni esemplare è realizzato in argento 925 ed in cinque copie numerate e firmate. Larry Nelms scrive:
“La geometrizzazione delle forme è una via astratta ma mira più direttamente di quello che possa sembrare al nascosto simbolismo della natura. Gli oggetti-sculture di Giovanni Carpentieri sono gioielli dalle forme elementari, eleganti e nitide e sono la continuazione della sua ricerca verso una forma geometricamente strutturata piena di sottile equilibrio. Il materiale è l’argento ed il messaggio che ci perviene è una perfetta fusione tra l’essenza dell’arte ed il valore antico e primitivo del materiale usato; le forme sono sempre stimolanti, piene di interna tensione e di luce ed il valore tattile è quello magico-oggettuale del talismano”.
Adriano Foschi, sulla rivista quadrimestrale “Humandesign”, che riporta un articolo sui gioielli, scrive: “Attraverso una dinamica interattiva di moduli ricorrenti (l’ovale in prevalenza), Carpentieri struttura i suoi “Gioielli-oggetti-sculture”. Sono forme in argento che rivelano un fascino oggettuale e, al tempo stesso, si caricano di un misterioso emblematicismo geometrico”.

Mostra collettiva alla INCO-ART – Fiera di Roma. Marzo – 6 aprile 1975. Giovanni Carpentieri viene presentato dalla rivista d’arte“HUMANDESIGN”. Sono anche presenti Mario Bracigliano, Adriano Foschi, Franco Verdi, Umberto Faini, Salvator Presta, Eleonora Siffredi, Vincenzo Parea, Lorenzo Piemonti, F.R. Frangi, Romano Santucci e Luciano Marin.

Mostra collettiva di grafica e bianco e nero “Omaggio a Pablo Picasso” Roma. Marzo 1975. Premiato con medaglia della Presidenza.

Mostra personale, con Luciano Fiorini, alla Galleria MINTAKA, Rieti. 3 - 15 maggio 1975.

Mostra personale, con Luciano Fiorini, alla Galleria MIRACETI, S.Severino Marche. 14 giugno 1975.
Le mostre vengono recensite sul “BOLAFFIARTE” edito da Bolaffi & Mondadori di giugno-luglio 1975.
Sulla locandina leggiamo:
“La pittura di Giovanni carpentieri si inscrive in qualche modo nel filone dell’astrattismo geometrico, tipo Kandinsky, Reggiani, Max Bill ed altri. E’ una pittura che ha senso soltanto quando ha una grande purezza di strutture e una totale limpidezza cromatica. E Carpentieri ha su questo piano le carte in regola. Le sue strisce di colore vibrano con luminosità entro le semplici masse che le contengono. Il dominio dei segmenti retti è infranto da cupole curve che chiudo le composizioni. Sono forme ripetute, alcune monocrome, altre a tinte vivaci. I suoi lavori su plexiglas sono opere oggettuali pulite e sintetiche ed hanno sempre il rigore di impostazione che è tipico dell'artista.
Su "Il Resto del Carlino" compare un articolo in cui è scritto:

"Carpentieri ha presentato forme-totem su plexiglas e gioielli in argento. Quando osserviamo i quadri di Carpentieri, scrive Aldo Chiaruttini, aderiamo subito alla loro atmosfera. Essa non ci è ostile, ma amica. Il suo rigore ci restituisce chiarezza, equilibrio e serenità. I quadri di Carpentieri hanno già raggiunto traguardi che ci sono ancora lontani, sono usciti dal quotidiano, dal caos in cui viviamo, sono perciò essi stessi traguardi, ma con il vantaggio che li possiamo abbracciare con lo sguardo..... E' chiaro che Carpentieri fa arte prima di tutto per se stesso e che delle sue opere gode più di ogni altro. Ma è qualità intrinseca dell'arte di essere anche di tutti. Quindi non siamo esclusi dalla gioia che Carpentieri ha accumulato nei suoi quadri, una gioia che non viene diminuita ne dal tempo ne dalla fruizione ed è perciò permanente e più sicura di ogni bene stabile".

Una presentazione di Giovanni Carpentieri e le quotazioni delle sue opere compaiono sul CATALOGO NAZIONALE BOLAFFI ARTE MODERNA N° 10.

Mostra collettiva "OMAGGIO DELL'ARTE ITALIANA AL DOLORE INNOCENTE", Palazzo Reale, Milano. 20 novembre - 21 dicembre 1975.

1976

Mostra collettiva"PREMIO INTERNAZIONALE DI PITTURA E GRAFICA TORRE D'ASPERTO 1976"
Premiato con Medaglia d'argento della Cassa di Risparmio PP.LL.

Mostra personale "FORME GEOMETRICHE ASTRATTE" alla Galleria "EDELAMBACHTHUIS", Gouda (OLANDA). 6 aprile - 6 maggio 1976.
L'esposizione che viene recensita dal mensile BOLAFFIARTE n°61 nella rubrica "Italiani all'estero", presenta 22 acrilici su tela o cartoncino di piccolo e medio formato.
Il Goudsche Courant, quotidiano di Gouda scrive:
"L'idea per questa esposizione è nata lo scorso anno a Monaco, dove Giovanni Carpentieri e Menno Meyer entrabi esponevano. Il quarantenne italiano, che ha già esposto in Italia, Stati Uniti, Canada, Giappone, Francia e Grecia, è la prima volta che mostra le sue opere in Olanda. Esse sono ispirate dal suo interesse per le filosofie orientali ed in modo particolare, per il buddismo zen. Scritti su lui sono apparsi su importanti quotidiani e riviste italiane".
L'esposizione ha anche aperto all'artista nuove strade. L'Ambasciata Italiana, infatti, il prossimo anno organizzerà una sua mostra ad Amsterdam".

Realizza una serigrafia e un gioiello-scultura in argento per il 20° anniversario dell’Aereo Club di Vergiate.

Mostra personale "ZEN SHADES" con Menno Meyer, allo Studio Zero, piazza Oberdan, Milano dicembre 1976.
Alla mostra vengono presentate opere su plexiglass bianco su bianco e nero su nero.
Sul depliant è scritto:
“Mi accade qualche volta, specie a Milano, di aver voglia di aggredire la tela, il foglio bianco, il plexiglass; sento il gesto, la tensione, la violenza. In questa condizione il mio intelletto vede una sola via: la costruzione ordinata della forma e della vita. La tela diventa, allora, l’elemento positivo, moderatore, calmante. La vita scorre, si fortifica, si costruisce. Il continuo fluire è fermato nel suo elemento costante, nella sua essenza ultima. Questo è lo zen. Lo zen usa immagini fluenti, il fiume che scorre, la mano che si libera nel moto spontaneo, ma il concetto dello zen è qualcosa di stabile, geometrico, costruito. E’ la forma stabile di un mondo in divenire, è l’essenza stabile dell’idea in divenire. La sintesi geometrica è una visione positiva, l’ordine è riscoperto, rivalutato. L’uomo ha bisogno di questo ordine interiore, di questa chiarezza, di questa pulizia. Non è inerte stabilità, ma voluta stabilità interiore come alternativa al caos. Continue immagini del caos sono distruttive, ci danneggiano, peggiorano la nostra esistenza. Il gesto forse è la liberazione del momento, dell’attimo, ma la costruzione, la simmetria, è la stabilità interiore permanente. E’ il recupero dell’uomo”.
Gabriele Mandel scrive:
“Dapprima scrissi un testo; poi – e questo mi è capitato altre volte – il tempo e la mia sbadataggine provvidero a farmelo perdere. L’avevo buttato giù subito dopo aver visitato la mostra di Carpentieri allo Studio Zero di Milano, sotto l’impulso di quelle opere nuove e degli interrogativi che proponevano.
Era una risposta? Un ringraziamento? Un'allusione? Ora, a distanza di tempo, sedimentate le commozioni e depurate le acque della passione e del gusto, quanto rimane nella memoria è forse l’essenza ultima di questo Carpentieri simbolista, tolto dal suo vivere quotidiano per un universo assoluto di tempo e di arte.
Così riprendo la penna, e scrivo di un mondo di colori in cui l’essenza cromatica è centro di un divenire multiplo sui piani della materia e dello spirito. Queste zone di colore totale sono a disposizione del fruitore per rivestire le immagini che dal suo proprio profondo, dalle raccolte di impressioni vissute, e dai forzieri dell’immaginazione inventiva egli stesso può trarre, con autonomia individuale. Questi colori che il lingam-uovocosmico racchiude ancora sedimentati nella loro separata suddivisione treguale, sono disponibili per le alchimie mirabolanti di chi sa fantasticare per immagini. I Greci possedevano il senso degli spazi e la loro era un'arte misurata su regola e canone e momento, dipartiti dal Numero d'Oro. Carpentieri ha questa dilatazione del gusto per oltrepassare la misura del narrativo. Così, dalla zonatura di colori alla campitura di bianco su bianco, di spazio sopra spazio, di dimensione entro la dimensione, egli procede nella sua visione estetica, cercando altre possibilità di un dire senza parole, di un affermare senza immagini, lasciando alla simbologia in assoluto dell'immagine il compito di trarre dal nostro ricco profondo genuino le immagini che più si confanno al gusto estremo di ciascuno di noi. Così l'immagine di Carpentieri, raffigurazione del suo io individuale, è raffigurazione individuale di quanti vi posano i propri sogni-vita.

Mostra personale “OMAGGIO A ROBERTO CRIPPA” all’Aero Club di Vergiate, dicembre 1976.
Vengono presentati una ventina di acrilici monocromi su cartoncino, che hanno come soggetto “Icari meccanici”.
Sul biglietto d’invito leggiamo:
"Icaro, nella sua essenza, è il simbolo del dramma di chi osa. E’ un rapporto tra uomo e inconscio, tra essere umano ed entità psichiche non presenti. L’uomo ama il volo, subisce il fascino del dominio di un elemento non suo, ma sente anche il dramma, il mistero della modifica della sua realtà umana.
Il mito di Icaro ci viene riproposto in questi Icari-Uccelli dipinti da Carpentieri qualche anno fa. La loro struttura è forte; il bianco e il nero ed il bianco e il rosso accentuano il senso del dramma, della lotta. Sono forme sospese, potenti nella loro semplicità ed assomigliano a forme-totem, si sente, cioè, in esse, l’oggetto con cui l’uomo è in rapporto e da cui l’uomo si sente protetto".

1977

Il mensile “CASA AMICA”, nel supplemento di dicembre 1977, pubblica le foto di alcuni multipli progettati da Giovanni Carpentieri per lo Studio Zero di Milano.

Mostra personale intitolata “ZEN SHADES” alla Galleria “Edelambachthuis” di Gouda.– 30 aprile 1977.
Sul quotidiano “Guodsche Courant”, Wieland scrive:
“ Geometrie astratte a Gouda. Giovanni Carpentieri è un artista italiano di 42 anni che ha indirizzato la sua ricerca verso le forme della geometria astratta. Nei viaggi in India e in Giappone si è interessato alle filosofie orientali ed allo zen che gli ha ispirato i suoi lavori.
Le opere esposte alla Galleria Edelambachtshuisbasate su di un unico tema, una forma ovale che viene tagliata a metà da una specie di scala con dei gradini colorati che portano ad un effetto di arcobaleno.
L’ovale conosce diverse variazioni, può essere aperto o chiuso, e la scala colorata può rimanere all’interno dell’ovale o continuare. Questa forma va vista come un centro di meditazione.... Le opere di Carpentieri cercano di sviluppare una forza interiore, di rappresentare una pace spirituale e una stabilità. Egli stesso dice che lo zen si serve di immagini che l’idea è durevole, geometrica e costruttiva. La forma stabile di un mondo in movimento e l’essenza stessa di un pensiero che nasce.

Mostra personale con Pino Criminelli, intitolata “WIND & WATER” alla Galleria “Edelabachtshuis, Gauda. Aprile – maggio 1978.
Il quotidiano Goudsche Courant scrive:
“Durante questo ed il prossimo mese, alla "Edelambachtshuis" di Gouda, sarà possibile visitare la mostra “Wind & Water”. Con questo titolo due artisti espongono opere che interpretato il loro amore per gli sports acquatici. Interessanti sono soprattutto gli acrilici dell’italiano Giovanni Carpentieri che si ispirano al windsurf. I colori son squillanti e freschi. Con l’uso di lettere e di forme geometriche egli arriva ad una rappresentazione intrigante. L’audace gioco di colori fa si che, anche lo spettatore non sportivo, ne resti affascinato”.

Mostra personale, con Pino Criminelli, intitolata “L’idea del volo”, alla Libreria del Castello, via San Giovanni sul Muro, 9 Milano. Maggio- 15 giugno 1978.

Mostra personale, con Pino Criminelli, alla Galleria ALPHA CENTAURI, via delle Baleniere, 119, Lido di Roma. 10 - 24 giugno 1978.
In queste due mostre, intitolate “L’idea del Volo”, Carpentieri espone opere, acrilici e tempera su tela e su cartoncino, che si ispirano ai miti, alle forme ed ai simboli del volo. Uno dei soggetti preferiti che ispira le opere di Carpentieri è il pioniere tedesco del volo Otto Lilienthal.
Da una conversazione con Enrico Zampieri su “L’idea del volo" nell'aprile del 1978.
Perchè queste forme e come è nata questa "idea del volo"?
"Sono nate perchè vorrei rappresentare un mondo, quello del volo, appunto, con tutti i miti, le forme e i simboli che gli sono propri. Il volo è il trasporto di passeggeri da una parte all'altra del mondo ma è anche il mito di Icaro, è la liberazione dal labirinto, è l'uomo che sfida le leggi naturali e sente il mistero e la magia dell'atto che sta per compiere avendo con sè gioia e timore. Il volo, poi, è anche tecnologia avanzata, studi aerodinamici, alta professionalità ed altro.
Ricordo che avevi già fatto qualcosa di simile:
"Una decina di anni fa avevo disegnato degli uomini-uccello, delle forme di esseri volanti, ma erano per lo più forme grafiche o collage dove venivano sintetizzati e resi essenziali i simboli, le misurazioni, le forze aerodinamiche del volo".
Sono forme che hai sotto gli occhi da tempo; vi è in esse la tua esperienza di pilota?
"Si, sono forme che vedo da anni. Ma ho anche in mente gli studi sul volo di Leonardo, gli Icari del mio amico Roberto Crippa, le ali colorate delle farfalle e le foro storiche dei pionieri del volo. A proposito di questi pionieri, sono sempre stato affascinato dalla figura di Otto Lilienthal, così come lo vediamo nelle foto che lo mostrano, sicuro di sè e con quelle grandi ali. E' un Icaro vero, è morto quarantenne durante uno dei suoi voli. Deve essere considerato il primo pilota del mondo. Ho usato spesso le sue foto e quelle dei primi voli dei fratelli Wright".
Usi più volentieri, nei tuoi lavori, questi soggetti storici o forme astratte?
"A volte mi piace un tipo di immagine grafica molto essenziale e più aderente al monto meccanicistico o il simbolo puro, a volte ritorno alle forme astratte, alle forme-idea. Mi sembrano più misteriose e mi fanno giocare di più con il colore. D'altra parte, guardando bene, gli aerei sono come delle grandi sculture e le pagine dei manuoli di volo, le descrizioni tecniche dei particolari e i grafici delle prestazioni di un aereo hanno una propria bellezza estetica".
Che cosa è per te l'arte?
"L'arte è un gioco e, come giustamente afferma Aldo Chiaruttini, sono io il primo a godere di quello che faccio. Ma è anche un viaggio all'interno di me stesso ed è il "wu-yung", l'utilità del nulla, l'universo che spesso non si riesce a raccontare".

L’ “EDIZIONI &” di Silvestro Bini di Milano realizza un multiplo di Giovanni Carpentieri, in serigrafia a tre colori,sessanta esemplari numerati e firmati, su alluminio anodizzato di dimensioni 17x93 centimetri dal titolo “Continuità di un profilo alare durante il decollo”.

1984

Inizia una collaborazione con Franco De Rosa. Carpentieri realizza la parte grafica di un “CORSO DI FORMAZIONE PER ISTRUTTORI DI VOLO”. Corso audiovisivo prodotto dal Ministero dei Trasporti e Aviazione Civile. 

Giovanni Carpentieri realizza due documentari sul barocco romano: "Il BAROCCO A ROMA, BERNINI E BORROMINI" e "IL MIRABILE COMPOSTO". La scelta delle musiche e la voce narrante sono di Stefano Nazzaro.

1986

Giovanni Carpentieri scopre Calcata, un borgo medievale a circa 40 chilometri da Roma e vi apre uno studio, in Via Tripoli 12.

Fonda e dirige il Centro Culturale “L’Eremita” che ha una propria Galleria d’Arte "L'EREMITA 1" in Piazza Umberto 3.
Il Centro si propone la diffusione della cultura, si rivolge a coloro che sono alla ricerca di qualcosa di diverso dal materiale e indagano sui significati misteriosi ed esoterici insiti nei miti, nelle religioni, nelle filosofie e nelle tradizioni di tutti i popoli.
L’Eremita, perciò, propone un programma di mostre, proiezioni e conferenze sui simboli archetipici, sui segni, sui messaggi nascosti, intimamente connessi con le forme dell’arte e con la ricerca visuale di ogni tempo e luogo.

Mostra personale dal titolo “IL TRIANGOLO E LA PIRAMIDE”, alla Galleria L’Eremita, Calcata. Giugno-agosto 1986.
Vengono esposte 12 tele dipinte con colori acrilici, con forme ispirate alla Piramide.
Nella presentazione all’esposizione l’artista scrive:
“La forma triangolare, con i suoi simbolici significati, è presente nelle iconografie di molte civiltà, religioni e filosofie. Budda, ad esempio, nella posizione del loto, immerso in meditazione, può essere perfettamente inscritto in un triangolo equilatero.
Passando a rappresentazioni tridimensionali che hanno come protagonista il triangolo, troviamo il tetraedro e la piramide.
Questa, oltre ad essere una forma geometrica, è un monumento universalmente usato.
Alla “Grande Piramide” o Piramide di Cheope, una delle costruzioni più famose del mondo, costruita, secondo Erodoto, da 100.000 uomini in venti anni di lavoro si ispirano le opere. Uno spazio quasi monocromo evidenzia sulla tela le forme, ne fa risaltare la stabilità attraverso la orizzontalità delle basi e la definizione dei contorni. I fasci di colore che intersecandosi riempiono le superfici delle piramidi danno loro una carica di energia visiva”.

Mostra collettiva, nell’ambito della manifestazione “LEGATURE D’ARTE E LIBRI D’ARTISTA”, intitolata “VERSO LA TELEMATICA”, con Milena Alessi, Giovanna Colacevich, Giancarlo Croce, Antonio Panico e Simona Weller, alla Galleria TEMPO REALE di Calcata. 13 settembre-12 ottobre 1986.

Nell’ambito della stessa manifestazione, Giovanni Carpentieri realizza l’audiovisivo intitolato “STORIA DELLA LEGATURA D’ARTE” in collaborazione con Milena Alessi, Carlo Grassi e Renata Masci.  La voce narrante è di Stefano Nazzaro
L’audiovisivo viene anche proiettato a Pescara, alla casa natale di Gabriele D’Annunzio, nell’agosto 1987, in occasione della rassegna intitolata “Dalla Bibbia di Gutenberg alla Telematica”.

Giovanni Carpentieri aderisce al Gruppo “TEMPO REALE” di Calcata.
Giuseppe Salerno che ne è il creatore, scrive:
“Con il diffondersi e l’affermarsi di sistemi integrati di telecomunicazione si è intrapresa la strada verso la conoscenza totale e distribuita.
Alcuni artisti interpretano il mondo della comunicazione a distanza, ne subiscono il fascino e se ne avvalgono talvolta eleggendo i terminali a loro strumento creativo al pari del pennello o dello scalpello. Giovanni Carpentieri presenta “Spazio-Tempo-Contatto”, un contenitore di tessuto nero in cui sono racchiuse sette opere grafiche che, in armonia con la sua intera ricerca, esprimono la forza della comunicazione nella sua componente di “tensione”. Tensione comunicativa che rappresenta l’approccio di Carpentieri al mondo telematico mediato da una profonda conoscenza delle filosofie orientali”.

Mostra collettiva “IL LIBRO D’ARTISTA”, organizzata da Giancarlo Croce allo Studio d’arte “PORTA SEGRETA” , Calcata. 13 settembre- 12 ottobre 1986.
Giovanni Carpentieri espone quattro libri realizzati tra il 1970 e il 1975 della dimensione di 18X14 cm. Due, che si intitolano FORZE, TENSIONI, LUCI, QUASI AFRICANE hanno forme grafiche in china nera e colore arancio Marabù spray, gli altri due, da titolo LA RAGIONE DETERMINANTE, hanno fondi colorati e forme grafiche in china nera.

IL “Centro Culturale l’Eremita” organizza a Calcata una serie di manifestazioni ispirate allo “ZEN”. 8-9-15-16-22-23 novembre 1986. Esse comprendono: Esibizione di KIUDO, tiro con l’arco zen, effettuata da Luigi Genzini e un gruppo di suoi allievi, nella piazza del borgo di Calcata. Proiezione, nella Galleria “VECCHIA CALCATA”, di un audiovisivo intitolato “IL KIUDO E LO ZEN”, realizzato da Giovanni Carpentieri con la collaborazione di Luigi Genzini. La voce narrante è di Stefano Nazzaro.

Mostra personale di Giovanni Carpentieri, alla Galleria l’Eremita, intitolata “FIORI PER UN GIARDINO ZEN”.
Viene presentata una serie di disegni, tempere e acrilici su tela e su cartoncino.
Nella locandina leggiamo:
“Carpentieri da anni coltiva un profondo interesse per l’esoterismo, per il simbolismo nell’arte e nella psicologia, per le filosofie orientali ed, in particolare, per lo zen. A questa religione-filosofia, e soprattutto alla contrapposizione tra un razionale ordine geometrico ed un causale intervento irrazionale, si è ispirata questa mostra”.

Mostra collettiva, con Giovanna Colacevich, Antonio Panico, Franco Cannilla e Maria Wojcik “D’APRES MAN RAY” alla Galleria “Tempo Reale” di Calcata, organizzata dal Centro Culturale “Il Fotogramma” di Roma diretto da Giovanni Semerano. Novembre-dicembre 1986.
La mostra era stata precedentemente esposta al Centro Culturale dell’Immagine “Il Fotogramma”, in via di Ripetta, e menzionata da molti quotidiani tra cui La Repubblica, Il Messaggero, l’Unità, il Tempo, l’Umanità e Avanti. Durante il 1987, la mostra è itinerante in Italia e in Europa.

Mostra-allestimento di Giovanni Carpentieri intitolata “L’UNIVERSO TELEMATICO” alla Galleria L’Eremita, Calcata. Aprile-maggio 1987.
L’opera, costituita da elementi lignei sbozzati a mano, materiali sintetici e proiezioni, esprime l’affascinante connubio tra antiche e primitive strutture, nuovi materiali e modelli di grafica computerizzata.
E’ un messaggio che invita al recupero di valori fuori dal tempo da unire alla utilizzazione delle tecnologia della vita di oggi. La realizzazione si inserisce nell’idea di “Calcata cablata” sostenuta dal Gruppo di ricerca artistica della corrente “Tempo Reale”.
Nella rubrica “Il piacere dell’occhio” del quotidiano “La Repubblica”, si legge:
“In un gioco di confronti, rapporti, legami e tensioni, Carpentieri propone il suo “Universo Telematico”, una installazione in cui proiezioni di grafica computerizzata, strutture plastiche in legno e sintetiche convivono, traducendosi in immagine di un contemporaneo al tempo stesso proiettato nel futuro ed ancora saldamente legato al passato”.
Giuseppe Salerno scrive:
“L’uomo primitivo” contempla con grande dignità “l’uomo telematico” di cui non conosce ma intuisce la potenza.
In una rete fitta di tensioni “l’uomo telematico” si erge al di sopra del “tutto” da cui trae linfa vitale.
E la conoscenza assoluta scandisce, con l’alternarsi della luce e del buio, l’eterno stare di chi, dal proprio punto di osservazione, si è identificato nell’equilibrio planetario.
Tra il primitivo ed il telematico lo spettatore, catturato dal continuo divenire di questo “Universo Telematico”, diviene egli stesso espressione del “tendere verso”.
Giovanni Carpentieri, che conduce nell’ambito del gruppo d’arte telematica “Tempo Reale” una personale ricerca sulla tensione comunicativa, riesce, con questa installazione, ad esprimere con incredibile forza il senso più profondo della coscienza dell’essere”.
Su “Il Manifesto”, Annamaria Buonassisi, presenta la mostra scrivendo:
“A Calcata c’è L’Universo Telematico di Giovanni Carpentieri che racchiude – in pochi metri quadrati – una suggestiva diagnosi antropologica della conoscenza totale e distribuita dai “new-media”. L’uomo multimediale si muove tra passato e futuro (il feticcio ed il bastone), mentre uno schermo bianco riflette segni e simboli di cultura a venire dove tutto è scandito da suoni spaziali. Il grande triangolo sta per una conoscenza globale, resa accessibile dai fili (cavi?) che tengono in piedi la delicata installazione, e insieme simboleggiano il massimo della tensione comunicativa”.

Il Centro Culturale L’Eremita diretto da Carpentieri apre un altro spazio espositivo a in Via Cavour a Calcata, a cui viene dato il nome di “L’EREMITA 2”. Il Centro Culturale "L'EREMITA concluderà la sua attività nel 1993.

Installazione di Giovanni Carpentieri “RIFLESSI COSMICI” alla Galleria “L’Eremita 1”, Calcata. 13 settembre-11 ottobre 1987.
Nell’ambito della rassegna “IL DIVENIRE E L’ESSERE” organizzata da Giuseppe Salerno, gli artisti telematici del Gruppo Tempo Reale, espongono le proprie opere recenti in alcune Gallerie di Calcata. Alla rassegna, ospitata in cinque Gallerie, oltre a Giovanni Carpentieri, espongono: Mino Delle Site, aeropittore e futurista, Ciro Ciriacono, Giovanna Colacevich, Andreas Raab, Maurizio Tiberti, Athon Veggi.
Il tema “Il divenire e l’essere” mette a confronto Futurismo e Tempo reale, due movimenti artistici che, traendo spunto, pur se in tempi diversi, da fatti di natura industriale, esprimono l’affermarsi di mondi concettuali nuovi, generatori di profonde rivoluzioni sociali.
Nella Galleria “L’Eremita 2”, Giovanni Carpentieri crea una installazione intitolata “RIFLESSI COSMICI”.
E’ un ambiente telematico nel quale lo spettatore viene coinvolto da un gioco di colori e di luci, di vibrazioni cromatiche e sonore, di allettanti giochi visivi e di affascinanti stimoli mentali.
E’ la visualizzazione delle informazioni che, muovendosi in uno spazio cosmico, si sovrappongono, si concentrano e si dilatano, si moltiplicano e si intersecano in un fluire senza fine rivolgendosi ad una miriade di riceventi consapevoli ed inconsapevoli.
La manifestazione viene riportata dai quotidiani“L’Unità” e“La Repubblica”.
Giuseppe Salerno scrive:
“Carpentieri, in sintonia con il proprio interesse per le forme archetipiche ed il simbolismo cosmico, abbina materie e strutture primitive a materiali tecnologici ed a grafiche computerizzate....Ogni sua realizzazione è un gioco di confronti e di sollecitazioni all’uso contemporaneo del vecchio e del nuovo, un invito al recupero di valori fuori dal tempo da unire, senza alienazione, alla tecnologia che influenza ogni aspetto della vita di oggi.
Nel suo modo espressivo multimediale, in cui luci e suoni si combinano alle strutture, l’audiovisivo rimane il suo strumento preferito. Pieno di amore per la matericità, si accosta al mondo della comunicazione a distanza che lo vorrebbe più vicino ad una concezione immateriale dell’arte. Le sue più recenti ricerche sul mondo telematico, sono rivolte alla tensione comunicativa che sottende, controlla ed unisce le entità contrapposte o complementari.
Materiali semplici, immagini, simboli archetipici universali sono connessi a tenuti in equilibrio dai rapporti comunicativi”.

1988

Giovanni Carpentieri tiene un seminario sull’arte, organizzato da Mariella Scotti, a un gruppo di giovani dell’Istituto Santa Lucia di Roma. Marzo - aprile 1988.
Berenice, nella sua rubrica “Settevolante” del Paese Sera, scrive:
“Giovanni Carpentieri ha concluso un seminario sulle arti figurative seguito da un brillante gruppo di giovani dell’Istituto Santa Lucia per portatori di handicap (ragazze e ragazzi che per incidente hanno perso l’uso delle gambe). Il corso è partito da come si legge un’opera d’arte per arrivare alle possibilità e al piacere del lavoro creativo. Carpentieri, colto e appassionato stimolatore di artisti, per quanto artista lui stesso, tre passi da Roma, a Calcata, ha creato un centro espositivo, proprio nel cuore del borgo storico, dove in questi giorni ha successo la mostra di Thiomir Bires. Un corso di perfezionamento verrà tenuto, a dicembre, presso lo stesso istituto.

Intallazione di Giovanni Carpentieri intitolata “NETWORK”, alla Galleria “L’Eremita 1” di Calcata. Maggio 1988.
Nella locandina leggiamo:
1."A" e "B" sono due entità di uno spazio e comunicano tra loro attraverso due proiettori che proiettano immagini di antichi linguaggi ottenuti con le dita delle mani, vengono comandati da una centralina per dissolvenze.
2.Immagini vengono proiettate e si fondono su uno schermo semitrasparente e possono essere viste da entrambi i lati.
3.Un suono accompagna le immagini.
4.Lo spettatore, muovendosi nello spazio è libero di attraversare le immagini e di esserne attraversato.
In realtà lo spazio è senza limiti, le immagini e il suono senza tempo e i proiettori sono qualsiasi mezzo per comunicare. Lo spettatore è al centro di questo microcosmo-macrocosmo ed è fruitore, oggetto e soggetto della comunicazione.

1989

Installazione di Giovanni Carpentieri dal titolo “SALEM-BOSTON”, in occasione del I° Convegno Europeo di Arte Telematica, organizzato da Giuseppe Salerno a Calcata, ottobre 1989.
Con un sottofondo di suoni, vengono proiettate su varie superfici in movimento, immagini prese da stampe e fotografie dell’epoca, degli esperimenti del padre di Alexander Bell sulla disposizione delle labbra, della lingua e del palato per l’emissione dei suoni, del laboratorio e delle macchine inventate da Bell, del primo disegno, fatto di suo pugno, rappresentante lo schema di realizzazione della sua invenzione, della conversazione, avvenuta nel 1877, tra Bell, a Salem e Watson a Boston ed, infine, dell’affermazione piena del telefono e del suo impiego su vasta scala.

Per il I° Convegno Europeo di Arte Telematica, Giovanni Carpentieri realizza un audiovisivo, in collaborazione con Giuseppe Salerno, dal titolo “ARTE SENZA BARRIERE”. La voce narrante è di Stefano Nazzaro. L’audiovisivo viene proiettato durante il Convegno.

1990

Performance scenico-telematica di Giovanni Carpentieri, intitolata “FOLLOW-ME”, nelle strade di Calcata il 22 febbraio 1990, in occasione della manifestazione “Le carrette di Calcata.
Giuseppe Salerno, nel suo libro “Arte senza barriere” scrive:
“Un personaggioin un mantello bianco, con cappuccio e maschera, si muove spingendo un carretto che contiene un registratore, un proiettore asservito ad una centralina ed uno speaker.
Immagini di grafica computerizzata, programmate dal registratore in sintonia con un effetto sonoro, partono dal carretto e si vanno a proiettare sul personaggio e sull’ambiente all’intorno, creando effetti di luci e di ombre.
La figura esegue gesti lenti, si avvicina e si allontana dalla fonte luminosa, è avvolta dai raggi che ne scaturiscono e che vengono, poi, rimandati, con uno specchio, sulle persone all’intorno.
L’insieme simboleggia l’uomo che riceve informazioni da un’emittente che porta con se e che, muovendosi nell’ambiente circostante, si compenetra con il mondo in divenire.
Dalla sorgente all’individuo, da uno a tanti e viceversa, le informazioni fanno ormai parte del bagaglio quotidiano dell’uomo contemporaneo, collocandolo in uno spazio virtuale e globale nel quale è, al tempo stesso, agente e ricevente. Il rapporto tra la macchina e l’uomo è antico: l’una espande le qualità dell’altro. L’essere umano è sempre contemporaneamente genio e clown, adulto e bambino, l’importante è che conservi comunque il dominio delle nuove tecnologie, ne afferri i segreti, ne sviluppi le potenzialità”.

Mostra delle immagini fotografiche scattate da Carpentierila manifestazione “Le carrette di Calcata” al Centro Culturale “Il Fotogramma”, via di Ripetta, Roma. 30 marzo 1990.
La rubrica “IL TROVAROMA” del quotidiano “La Repubblica” riporta:
“Carrette a Calcata. Per gli stretti vicoli di Calcata, lo scorso 25 febbraio, 40 artisti hanno dato vita ad una delle più originali parate; facendo sfilare vecchie carrozzine, carriole e biciclette. Le immagini fotografiche di Giovanni Carpentieri tratte da questa insolita manifestazione sono esposte da oggi al Centro Culturale Il Fotogramma”.

Installazione di Giovanni Carpentieri intitolata “UN TRIANGOLO PER COMUNICARE”, Galleria “L’Eremita 1”, Calcata. Maggio-giugno 1990.
Nella presentazione leggiamo:
1.Da un proiettore, comandato da una centralina, vengono emesse immagini che hanno una forma triangolare.
2 Le immagini attraversano, prima di giungere allo schermo, una forma anch'essa triangolare.
3.Una piccola parte dell'immagine viene riflessa da un elemento speculare
4.Un suono accompagna la proiezione delle immagini.
L’immagine, dall’inizio della civiltà, è un elemento indispensabile alla comunicazione.
Essa colpisce, affascina, convince, educa.
In ogni momento siamo raggiunti da immagini che ci comunicano un messaggio. Il triangolo visualizza un concetto fondamentale della comunicazione: la interconnessione tra trasmittente, messaggio e ricevente.
In senso più generale, il triangolo rappresenta anche il rapporto uomo-tempo-spazio.
Questo triangolo, in dinamica telematica, sarà capace di assumere dimensioni sempre più ridotte fino a diventare, in una situazione di completa e totale fusione comunicazionale, un punto.
La mostra viene riportata nella rubrica “IL TROVAROMA” del quotidiano “La Repubblica”.

Giovanni Carpentieri realizza un documentario dal titolo "ANAMORFOSI" che nel 2005 viene trasformato in DVD. La scelta delle musiche e la voce narrante sono di Stefano Nazzaro.

Installazione di Giovanni Carpentieri intitolata “IL MONDO NUOVO”, Galleria “L’Eremita 1”, Calcata. 23 settembre- 7 ottobre 1990.
Nella presentazione leggiamo:
1.In un ambiente cubico di tre metri di lato sono sospese disegni di forme geometriche in bianco e nero libere di ruotare su se stesse.
2.Le forme, piccole superfici specchianti ricevono e riflettono segnali luminosi continuamente variabili emessi da un proiettore.
3.Una parete nera con fori di apertura separa l'ambiente dallo spettatore.
4.Una colonna musicale accompagna gli impulsi luminosi ed i relativi riflessi.
Su “Il giornale di Calcata”, Renata Masci scrive:
“Nell’installazione, un continuo mutare di forme, di luci e di immagini colpisce l’uomo avvolgendolo in un universo di sensazioni visive in un contesto di movimenti reali e virtuali.
Tale è la rete della comunicazione che viene emessa, trasmessa e ricevuta in un continuo mutare di tempi e di luoghi.
Giovanni Carpentieri, in questa installazione, si ispira ai “Mondi niovi”. Così erano chiamate le macchine ottiche portatili, diffuse nelle piazze europee nel ‘700 e nell’800, consistenti in scatole fornite di un doppio foro munito di lente, attraverso cui si offriva la visione prospettica di luoghi lontani, di genti e usanze sconosciute, riportate su incisioni o vetri dipinti.
Queste erano immagini di un linguaggio universale che mostrava nuovi mondi e genti diverse e lontane.
Quel linguaggio visivo si è oggi tramutato in linguaggio comunicativo.
Negli ultimi anni, l’universalità della comunicazione è un sogno quasi realizzato. A permettere ciò è la telematica, che ha in se le possibilità di comunicazioni globali e simultanee.
Per suo tramite, l’immagine e l’informazione interagiscono tra spazi, luoghi e operatori diversi creando, al di là delle implicazioni sociali, profonde e coinvolgenti emozioni culturali”.

Manifestazione d'arte “L’IDEA DEL VOLO”, organizzata da Giovanni Carpentieri e dal Centro Culturale “L’Eremita”, patrocinata dal Comune e dalla Pro-Loco di Calcata con la collaborazione di tutti gli spazi espositivi e gli artisti di Calcata. 9 dicembre 1990.
Per l’occasione, Giovanni Carpentieri, espone dodici “Icari meccanici”, acrilici su tela di formato 90X80.
L’iconografia artistica è piena di esseri alati, di figure che dominano l’elemento aria; sono angeli, diavoli, uomini ed animali alati, esseri che spesso simboleggiano le sovrannaturali forze del bene e del male.
Gli artisti di oggi, esprimendosi in forme talvolta astratte e concettuali, seguendo ognuno la propria ricerca, si avvicinano all’idea del volo in maniera forse più disincantata dell’artista del passato, ma guardano con la stessa ammirazione l’aquilone che si solleva dalla spiaggia ventosa, l’aquila maestosa o il lucido profilo alare di una macchina volante dei nostri tempi.
Lo spazio intorno a noi è dominato, ma il senso dell’infinito resta, un infinito con il quale l’artista vorrebbe fondersi e che da sempre lo avvince e lo intimorisce.
La manifestazione viene riportata, con molto risalto,nella rubrica “Weekend” del quotidiano “La Repubblica”.

Giovanni Carpentieri, con la collaborazione di Renata Masci, realizza un audiovisivo dal titolo “L’IDEA DEL VOLO” che viene proiettato nella Galleria L’Eremita 1. La scelta delle musiche e la voce narrante sono di Stefano Nazzaro,
Questo audiovisivo prende in esame i vari aspetti tecnici, artistici ed esoterici del volo partendo dagli esseri volanti immaginari presenti nelle religioni, nelle mitologie e nelle tradizioni culturali di vari paesi, arrivando alla realizzazione del primo volo di un velivolo pilotato dall’uomo.

1991

Installazione di Giovanni Carpentieri, omaggio a Marshall McLuhan, intitolata “MACHINA COELESTIS”, Galleria “L’Eremita 1”, Calcata. 28 aprile-5 maggio 1991.
Nella presentazione leggiamo:
In un cubo di 2 metri di lato vengono sospesi degli schermi mobili riflettenti sui quali vengono proiettate immagini colorate che si intersecano, si compenetrano l’una nell’altra in una rappresentazione in continuo mutamento. E’ la visualizzazione di un piccolo spazio sidereo nel quale arrivano e da cui partono messaggi che, avvolti di colore, diventano comunicazione poetica. E’ anche la poesia che si nasconde sotto l’aspetto tecnologico ed elettronico, sotto la massa di immagini, suoni, contatti che coinvolgono il mondo contemporaneo ed è l’elemento gioco che si sovrappone al mondo della scienza.
Tutto ciò McLuhan lo aveva ben capito.
Aveva capito la indispensabilità della comunicazione e del mezzo tecnologico come pure l’importanza della bellezza e della poeticità dello scorrere della pioggia sui vetri di casa durante una giornata di primavera.

Manifestazione “L’IDEA DEL VOLO" seconda edizione, organizzata da Giovanni Carpentieri e dalla Pro-Loco, Calcata. 12 maggio 1991.
Anche questa seconda edizione, come la prima, è una manifestazione dedicata al volo nei suoi diversi aspetti; dalle interpretazioni degli artisti, ai suoi risvolti sportivi ed ecologici.
Il borgo viene idealmente sollevato in volo da centinaia di palloncini colorati.
Per l’occasione Giovanni Carpentieri presenta una serie di “ICARI MECCANICI”, monocromi realizzati con tecniche miste su cartoncino 100X70.
Nella presentazione leggiamo:
Il mito ci rappresenta Icaro come il personaggio che sfida il limite imposto dalla natura all’uomo: ma il suo coraggio ed il troppo osare non vengono premiati. L’Icaro-meccanico di Giovanni Carpentieri è un uomo-uccello che si prepara alla sfida munendosi di incerte ali e di illusorie tecnologie. E’ pronto all’impresa, ma ne sente lo sgomento. La sua donna, i suoi figli, lo osservano in atteggiamento di perplessa attesa.
L’uomo-uccello ci sembra pesante, egli stesso sembra aver dubbi sulla possibilità di volare; malgrado ciò, quasi prigioniero del suo stesso ruolo e del destino che si deve compiere, è pronto ad osare.
Elena Lacava scrive:
“Potrebbero essere progetti di macchine atte al volo, di facile ed economica realizzazione.
Potrebbero essere disperati richiami, sfarfallii rumorosi per destare l’attenzione di passanti distratti.
Potrebbero essere giuochi per bambini viziati e incontentabili.
E lo sono. Progetti disperati, incontentabili e inesauste domande (inaccettabili le risposte), giuochi per richiamare l’attenzione degli Dei.
Gli Dei avranno riso quando Icaro precipitava e con lui, per sempre, l’ansia di sollevarsi dalle condizioni che ci sono imposte’attimo del concepimento. Questo fatto, che non è accaduto, è con noi come un ammonimento ed esisterà con noi, per sempre. Gli artisti hanno solo l’incarico di ricordarcelo, tra le briciole dei millenni, rotolando per l’universo. ..remember..
Grave è la forza che ci assoggetta alla terra.
Grave è la parola che ci condanna.
Grave un personaggio che ci osserva, muto.
Le immaginarie creature che Carpentieri ci presenta sono abitanti di questa terra, sufficientemente consapevoli del ruolo che è loro affidato. I grandi fogli carichi di luci e di ombre, di peso e di aria, ripetono senza stanchezza il mito, o le nostre verità. In ogni foglio l’uomo è diverso: orgoglioso, impaurito, presuntuoso, angosciato, arrogante, umiliato. Ma, come dice Carpentieri: “L’uomo…quasi prigioniero del suo stesso ruolo e del destino che deve compiere è pronto ad osare”.
La figura femminile, apparentemente, è più solidamente ancorata alla terra e il piccolo oscilla, tra l’ammirazione e l’amore.
Le impossibili ali sorrette da illusori meccanismi, prive di volume, dissolvono il dubbio nel simbolismo del bianco e del nero, nello sforzo della luce e dell’ombra.
E già Dei certamente ridono ancora guardando i piccoli satelliti che ci girano intorno e i tentativi di approdare ai grandi satelliti che loro hanno predisposto”.
Giuseppe Salerno scrive:
“Se è vero che quando l’anima abbandona il corpo l’uomo muore, la vita dell’artista è un incontro continuo con la morte.
Improbabile essere volante, l'Icaro Meccanico” di Giovanni Carpentieri esprime in tutta la sua complessità la condizione di uomo, eternamente combattuto tra sogno e realtà, tra il desiderio di spaziare liberamente senza confine e le costrizioni del luogo e del tempo.
Tra il timore dell’insuccesso e quello di precipitare bruciandosi le ali sotto i raggi del sole, questo Icaro, schiacciato sotto il peso della propria anima, non sa dove andare, chiede soltanto di sollevarsi da terra, guarda il cielo e, con i grandi piedi, conta i battiti delle ali.
Seguendo i percorsi della ragione Icaro cerca di sottrarre alla morte, con ali posticce, quel corpo nel quale la sua anima ama restare prigioniera”.
La manifestazione viene riportata sulla rubrica “IL TROVAROMA” del quotidiano “La Repubblica” e dal “Corriere di Viterbo”.

Realizza una serie di opere intitolate “LE SCATOLE DI MONTAGGIO”.
Parti di personaggi e di cose vengono poste in scatole di legno dalle quali potrebbero essere ipoteticamente liberate e rimontate. Tra queste vi sono le "Scatole di montaggio" di angeli.

Nel “LIBRO-FAX, VENEZIA: RITORNO AL FUTURO”, realizzato dallo Studio Milanese e Picone di Roma ed edito dalla Libreria “Gli Angeli” di Roma, compare un’opera di Giovanni Carpentieri dal titolo “Omaggio a Giorgione”.

Nel libro “AUTOFAX–ARTISTI IN GALLERIA, ipotesi per un catalogo fax”, presentato dalla Galleria Dellefoglie di Spello, compare l’immagine di Giovanni Carpentieri e una breve presentazione delle sue opere. Luglio 1991.
Nella performance, molti artisti contemporanei, nell’ambito della ricerca sull’Arte Telematica, inviano una immagine-autoritratto in tempo reale tramite fax. Le immagine vanno ad accumularsi nello spazio della Galleria per costituire in catalogo fax “in progress”.

Manifestazione “VISIONI DI CALCATA, IL PAESE DOVE VIVERE E’ BELLO”, al Centro Culturale IL FOTOGRAMMA, via di Ripetta, dicembre 1991. Proiezione di un audiovisivo dal titolo “CALCATA: villaggio ideale”, realizzato da Giovanni Carpentieri con la collaborazione di Renata Masci. La scelta delle musiche e la voce narrante sono di Stefano Nazzaro. Questo audiovisivo viene anche proiettato, con la presentazione di Paolo Portoghesi, presso l’Istituto Europeo del Design a Roma.

1992

“L’IDEA DEL VOLO” terza edizione, omaggio a ROBERTO CRIPPA”, manifestazione organizzata da Giovanni Carpentieri con la collaborazione degli altri spazi espositivi di Calcata.maggio 1992.
Questa manifestazione, alla quale partecipano anche gli artisti Giovanna Colacevich, Michela Rangoni Machiavelli, Roberto Regini, è un omaggio a Robero Crippa, pittore e pilota, morto per un incidente aereo, a Bresso, nel 1972.
Nella Galleria “L’Eremita 2”, Giovanni Carpentieri espone opere ispirate alla figura di Icaro e “Macchine volanti”, acrilici su tela.

Per l’occasione Carpentieri realizza, con la collaborazione di Stefano Nazzaro, un audiovisivo dal titolo “ROBERTO CRIPPA, UN MAESTRO, UN AMICO”, che viene proiettato alla Galleria “La Porta Rossa”.
L’audiovisivo documenta la vita e le fasi più significative dell’attività del Maestro.
La manifestazione viene ampiamente riportata dal quotidiano “Il Corriere di Viterbo”.

1993

Nel 1993 apre una casa-studio a Nizza, di fronte al Museo di Arte Moderna e Contemporanea e frequenta gli ambienti artistici della Costa Azzurra. La casa-studio resterà aperta fino al 1998.

Realizza una serie di “PATCHWORK”, composizioni astratte di medie e grandi dimensioni realizzate con stoffe colorate.

1994

Realizza le “SCULTURE MOBILI”, sculture astratte in legno laccato bianco con elementi che si possono muovere, da appendere alla parete o porre su basi.

1997

Mostra collettiva “Libro d’artista 2” allo Studio d’Arte “PORTA SEGRETA”, Calcata. Dicembre 1997- aprile 1998.
In  questa mostra, organizzata da Giancarlo Croce, Giovanni Carpentieri presenta due libri di piccole dimensioni contenenti disegni a china e colori acrilici e due “sculture portatili”, libri-sculture di piccole dimensioni a “soffietto”.

1998

Mostra personale dei “TEATRINI PROSPETTICI” all’Associazione Culturale “Legatoria d’Arte”, Calcata. Novembre 1998.
Nella presentazione alla mostra leggiamo:
“Come nelle scene del teatro Olimpico di Vicenza, in questi teatrini lo spazio viene dilatato dalla esagerata fuga prospettica e, in tal modo, i sensi sono sottoposti ad un condizionamento che rende ambigua e, paradossalmente, più reale la finzione.
Lo spazio dei “teatrini” è destinato a creare un’illusione. E’ un piccolo mondo che comprende un luogo e dei personaggi.
Il luogo è creato prendendo a prestito alcuni disegni dell’olandese Jan de Vries, un architetto del XVII secolo, che approfondisce i concetti della prospettiva.
I personaggi sono quelli essenziali in ogni commedia o dramma umano: l’uomo e la donna, come sono stati rappresentati da grandi pittori classici e moderni, da Durer a Picasso, da Giorgione a Duchamp. Lo spettacolo viene completato da noi stessi; gli spettatori.
Nel momento in cui guardiamo questi piccoli universi vediamo realizzarsi l’essenza stessa del teatro, la fusione tra reale e immaginario, tra vita e fantasia”.
Ludovico Parenti sulla rubrica “Cultura” de “Il Reporter” di Reggio Emilia scrive:
“Giovanni Carpentieri attua una pittura raffinatamente astratta, segnata negli ultimi lavori da calibrati elementi geometrici. Autentici gioielli sono poi i “teatrini prospettici”.
Anche qui l’istanza tecnica, l’impianto geometrico si coniuga con la fantasia, con l’innesto poetico. Il luogo scenico è mutuato da disegni dell’olandese Jean De Vries, architetto del ‘600 che approfondì i concetti della prospettiva; e la profondità prospettica non fa che risaltare la presenza dei personaggi, i quali – uomo e donna – derivano da opere di Durer, Giogione, Picasso, Duchamp, Leger e altri celebri pittori. “Teatrini” dell’illusione, chiedono una certa complicità allo spettatore perché si ritrovi in quella piccola poetica dimensione per avviarvi un proprio “teatrino” mentale, fondendo reale e immaginario, vita e fantasia”.
Il critico ed artista francese Patrick Rosiu scrive:
“Una scatola dentro la quale l’occhio è attratto da una piccola scena. .... Ma tutto ciò che cosa offre di nuovo al nostro sguardo? Ci accorgiamo che la prospettiva, che si nasconde dietro la figura, messa in scatola, ritagliata ed allungata, come tirata dal punto di fuga da una mano invisibile, attira l’occhio fuori dalla sua cavità..... L’occhio è catturato dalla struttura del disegno, nient’altro che “tratteggi”. Questa essenzialità, che accentua le ombre e le luci, dimostra fino a che punto questa riproduzione della prospettiva evidenzia la differenza che esiste tra la realtà e l’illusione. Vero gioco visivo, allo scopo di toccare il fondo dell’occhio, queste piccole scene in scatole che fungono da teche, pongono il dilemma della essenzialità. La “griglia” dell’immagine ricorda un luogo dove si recitano atre scene: la Commedia dell’Arte che, con i suoi giochi, i capovolgimenti di situazioni e le buffonate, non è lontana. Qui amore e sesso sono al centro dell’azione.
Queste piccole scatole sfiorano il desiderio dell’occhio che precipita dentro questo spazio, dove le figurine, che si trovano sull’orlo, possono uscire in qualsiasi momento per lasciar posto al silenzio. Per Giovanni Carpentieri, questo dilemma dell’origine è doppio, le sue piccole scene ci mostrano contemporaneamente lo spazio dell'arte ed il mito di Adamo ed Eva, dove il Paradiso Terrestre si confonde con la prospettiva come è descritta nella "Costruzione Legittima" di Leon Battista Alberti o esposta nel libro di Jean Pèlerin, "Artificialis Perspectiva". Il mito della nascita dell'arte e dell'uomo che ci ricorda Giovanni Carpentieri, è anche la frattura tra l'uomo e la donna, tra il maschile e il femminile, già evidenziata nel Banchetto di Aristofane e ricordata da Freud. Frattura che la prospettiva sembra accentuare e cancellare attraverso il processo virtuale della linea che va verso un punto all'infinito per fermarsi, infine, nel fondo dell'occhio, dove tutto si unisce e si lacera....In questi spazi prospettici, di ciò che diventa il mito dell'origine, Giovanni Carpentieri ci dà la sua personale versione. Sia lo spazio che unisce al divino, che la storia che unisce, nell'idea della prospettiva, i paesi del nord e quelli del sud, provocano un'azione destabilizzante che obbliga l'occhio a mettere continuamente a fuoco. Questa sovrapposizione delle origini dove il fondo dell'occhio è costantemente portato in un unico punto, ci pone la domanda: "Io dove sono?".

Giovanni Carpentieri è allievo, a Nizza, di ANDRE’ MARZUK. Impara la tecnica della posa dell’oro in fogli e perfeziona quella del colore dato con la spugna..

Da questa esperienza ha inizio la produzione delle “ICONE”, acrilici e foglia d’oro su tavola e su tela.
L’icona è una immagine sacra dipinta su legno e spesso arricchita da una lamina d’oro o d’argento.
Spesso l’autore è un monaco-artista che quasi spiritualmente ispirato realizza le opere con tecniche pressocchè invariate durante i secoli. Le icone sono tipiche del mondo e della ritualità greca-ortodossa. L’immagine, impreziosita dall’oro, è mistica. Non vi è dramma nel racconto, non c’è materia ma puro spirito.
Anche queste “ICONE” sono concepite in un contesto spirituale. La superficie è divisa, in maniera simmetrica, da una striscia di energia che ha al centro un punto di fusione dove si incontrano il sotto e il sopra, il maschile e il femminile, il razionale e l’irrazionale. E’ quello che Gabriele Mandel chiama “lingam-uovocosmico” e che racchiude le “alchimie mirabolanti di chi sa fantasticare”. In questo punto focale, percorso da una tensione generata dal colore, dalla materia e dal luccicare dell’oro, si fondono la geometria e la macchia, il sacro e il profano.

1999

Mostra collettiva “Caro Bruno ……”, omaggio a Bruno Munari, Studio d’Arte di “PORTA SEGRETA”, Calcata. Maggio-luglio 1999.
Questa mostra, organizzata da Giancarlo Croce, è un omaggio al grande artista-designer italiano. Giovanni Carpentieri partecipa con due opere-scultura.

2000

In occasione del I° Festival dei Burattini “Calcadeide”, il 27-28 maggio 2000 a Calcata, Giovanni Carpentieri realizza l’audiovisivo dal titolo “IL MOVIMENTO CHE DA' LA VITA” che viene proiettato durante il festival. La scelta delle musiche e la voce narrante sono di Stefano Nazzaro. L’audiovisivo, della durata di 22 minuti, tratta di marionette, automi, giocattoli meccanici, libri animati, immagini di teatro delle ombre, soggetti ai quali, fin dalla preistoria, attraverso il movimento, si è cercato di dare vita. E’ una breve storia degli sforzi fatti dall’uomo per trascendere la realtà materiale e sentirsi creatore di un nuovo universo dove l’immobilità viene trasformata in azione dinamica, la morte mutata in vita.

2001

Mostra collettiva al Granarone di Calcata “OMAGGIO ALLA VITA”, dedicata a Giovanna Colacevich, febbraio 2001.
Giovanni Carpentieri partecipa esponendo le “ICONE”, opere su tavola eseguite con colori acrilici e foglia d'oro.

Giovanni Carpentieri realizza una serie di sculture-pitture denominate “I TRIANGOLI PROFONDI”.
Sono contenitori di legno (33cmx25cmx6,5cm) nei quali vi è un triangolo tridimensionale ottenuto con la sovrapposizione di più piani. Questi sono realizzati con monotipi multicolori di grafica computerizzata.
Anche in queste opere il triangolo è la forma geometrica che gioca il ruolo fondamentale e concretizza l’idea di uno spazio tridimensionale.

X Mostra della Legatura Artistica Moderna organizzata dagli Amici della Rilegatura d’Arte. Basilica Santuario Santo Stefano di Gerusalemme. Bologna 2-10 giugno 2001.
Milena Alessi espone due libri da lei rilegati le cui copertine sono decorate da Giovanni Carpentieri.
Le decorazioni riprendono il tema delle “Icone” e sono realizzate con colori acrilici e oro.

2002

Mostra collettiva “L’uovo d’artista” Centro Culturale Il Granarone, Calcata, dal 30 marzo al 14 aprile.
Giovanni Carpentieri partecipa alla mostra esponendo il dipinto intitolato “L’uovo” realizzato con colori acrilici e oro e cura la realizzazione del Catalogo della mostra.

Giovanni Carpentieri e Milena Alessi alla "II MOSTRA ITERNAZIONALE DI RILEGATURA D'ARTE". Macerata 22 giugno-20 agosto 2002.
Giovanni Carpentieri dipinge le copertine e Milena Alessi rilega un libro per la II Mostra Internazionale di Rilegatura d’Arte “50 Maestri Rilegatori e 100 Selezionati per il Cantico delle Creature” allestita a Macerata nella Basilica di San Paolo. La mostra sarà successivamente esposta a Bruxelles e a Malta. Il libro viene premiato.

Mostra personale “ICONE” Centro Culturale “la Fontana”. Trevignano Ronano 6-7-8 dicembre 2002.
Giovanni Carpentieri espone quindici opere di differenti formati realizzate con colori acrilici su legno.
Durante la mostra viene proiettato un audiovisivo dal titolo “L’ARTE, I SEGNI, I SIMBOLI” realizzato da Giovanni Carpentieri. La scelta delle musiche e la voce narrante sono di Stefano Nazzaro.
A proposito di questi lavori Andrè Marzuk scrive:
" Come potremmo esprimere con parole quello che sentiamo davanti agli ultimi quadri di Giovanni Carpentieri? Una sensazione che è allo stesso tempo di dolcezza e di forza, di semplicità e di complessità. La forza e la bellezza di una visione spirituale.
Una pittura da maestro che, al di là della tecnica, ci permette di respirare e di inebriarci d’aria pura di un altro mondo, celeste senza orpelli, spirituale senza l’aspetto di una religiosità desueta.
Non so se qualcuno considererà astratte queste opere; ma esse lasciano intravedere un mondo reale la cui rappresentazione è quindi ben concreta e rafforzano ciò che penso: in arte è illusorio separare i generi in astratto e figurativo. L’Universo non è né astratto né figurativo, semplicemente è. Allo stesso modo, le opere di Giovanni Carpentieri non sono né astratte né figurative, esse sono.
Io insegno pittura da molti anni. Trasmettere tecniche pittoriche vuol dire trasmettere un vocabolario, una sintassi, una lingua. Immaginiamo di imparare una lingua straniera: dopo la fase di assimilazione dei principi che la strutturano, allora e solo allora, possiamo cominciare a scrivere dei romanzi o dei poemi. Lo stesso avviene in pittura. Trasmettere ad un allievo delle tecniche pittoriche non significa trasformarlo in un clone del suo insegnante ma dargli un vocabolario sufficiente perché si possa esprimere.
Ho avuto il piacere di trasmettere qualcuna delle mie tecniche a Giovanni Carpentieri: la forza del suo talento e della sua maturità è stata quella di aver saputo immediatamente trasformare questo vocabolario tecnico in opere profondamente personali.
La capacità di usare le tecniche con maestria, però, non è sufficiente per fare Arte. Bisogna anche avere in se stessi qualcosa di profondo, che, come una sorgente, cerchi di sgorgare con forza. Forza che, a mio parere, non può venire se non dalla parte celeste dell’uomo. Più questa è matura, più le opere acquistano forza. Giovanni Carpentieri possiede entrambe le cose: la maturità interiore e la padronanza tecnica ed è ciò che percepiamo davanti alle sue “Icone”: una visione contemporanea dell’universale ricerca dell’anima verso le sue Origini".
Costantino Morosin, scultore, pittore e grafico, in visita alla mostra di Trevignano scrive:
" È un artista con una forte spiritualità e con una base formativa di carattere tecnico scientifico completata da una serie di altre conoscenze di carattere socio antropologico, favorite da innumerevoli viaggi e incontri con culture lontane.
Giovanni Carpentieri ha sempre dipinto, raffinando la sua tecnica, nel dialogo e nel confronto con i numerosi maestri che ha frequentato.
Nelle sue opere recenti dipinge su uno spazio quadro una “fascia significante”, impostata in senso verticale, spesso su fondo blu, che ci fronteggia con forza incandescente come un grande segmento di scrittura a barre, come la descrizione lineare di un tratto di tempo, misurato, prezioso.
Poi questo spazio e questo tempo scoppia, schizzapulsante alle due estremità, come a voler rompere la razionalità dei segni, lo spazio piano del quadro e attraverso il “caos”, oggetto plastico. Lingam, perché questo uovo cosmico non ha sotto e sopra predefinito, così è per i suoi ultimi quadri.
Ma l’evoluzione iconica di Giovanni Carpentieri sta isolando questa “fascia significante” dal resto dell’opera in una traiettoria che porta dal quadro, dove lo spazio viene rappresentato, all’oggetto dipinto, dove prevale la dimensione dell’altezza come in un obelisco o in un menhir, che si relaziona con lo spazio circostante, generandolo.
Su questa dimensione verticale, Giovanni Carpentieri fissa il suo codice grafico fatto di accostamenti di elementi simmetrici che si sviluppano su un asse come in un racconto lineare, sul quale appone magistralmente delle variazioni cromatiche.
La definizione dell’opera avviene per successive mascherature e sovrapposizioni di livelli di pittura acrilica che mano a mano si arricchiscono in senso tonale attraverso una preziosa tessitura ottenuta per stesura, asportazione, abrasione, spruzzo di pigmenti colorati fino all’applicazione di sottili lamine d’oro.
Umile, attento, ordinato e laborioso porta valori inconsueti nel mondo dell’arte".

2003

Mostra collettiva “L’uovo d’artista” Centro Culturale Il Granarone, Calcata, dal 5 al 21 aprile 2003.
Giovanni Carpentieri partecipa alla mostra esponendo l’opera intitolata “Studio per una stabilità impossibile” realizzata con tecnica mista (base di grafica computerizzata completata con l’aggiunta di interventi gestuali ottenuti con colori acrilici e oro.
Nella presentazione del Catalogo, Giuseppe Salerno scrive: “Giovanni Carpentieri rende graficamente la ricerca di un equilibrio difficile nella continua oscillazione tra gli opposti.”

2003

Mostra "SCAMBIO D'ARTE/EEN UITWISSELING VAN KUST" Onderbanken (Limburg - Olanda) dal 17 agosto al 7 settembre 2003.
Nell’ambito di questa mostra, organizzata da Marijcke van der Maden, direttrice della Galleria d’Arte “Il Granarone” di Calcata e dalla Fondazione Kunstcollectief Onderbanken, e con il patrocinio dell’Ambasciata Olandese a Roma, della Provincia di Viterbo e del Comune di Calcata, dieci artisti, di varie tendenze, espongono in tre gallerie di Onderbanken.
Giovanni Carpentieri presenta dodici “Icone” di varie dimensioni realizzate con tecnica mista su tavola. Nel catalogo della mostra è scritto:
“Icona” significa immagine. Il mondo religioso greco-ortodosso è pieno di icone i cui bagliori d’oro o d’argento ci fanno immergere in un’atmosfera misteriosa e spirituale. Anche le mie icone tendono a realizzare questo concetto. Arricchita dal luccichio dell’oro, l’opera diventa cangiante, si trasforma con il variare del punto di vista dello spettatore e assume valenze che portano oltre il reale.
La superficie è divisa in maniera razionale e simmetrica; la geometria che organizza lo spazio, spesso irrazionale, è un tentativo di ordinare il caos, di dare un senso positivo allo scorrere della vita.
Vengono così fusi i colori e le linee, le macchie e le gocce in un insieme che è geometrico e gestuale, tecnologico e spirituale.
Le forme sono quelle di sempre: quelle archetipiche che troviamo nelle decorazioni preistoriche o quelle prese a prestito dal simbolismo alchemico e dalle grandi religioni orientali come il tantrismo e lo zen, che, da sempre, hanno concepito simboli astratti molto espressivi e di grande bellezza.

Mostra collettiva “Gli artisti di Calcata”, Palazzo Baronale degli Anguillara, ottobre 2003
In occasione del gemellaggio tra Calcata e Idra (Grecia) gli artisti di Calcata espongono le loro opere nel Palazzo Baronale. Carpentieri presenta una serie di “Triangoli profondi”. In questa occasione viene proiettato l’audiovisivo dal titolo “CALCATA, VILLAGGIO IDEALE" realizzato da Giovanni Carpentieri. La voce narrante e la scelta delle musiche è di Stefano Nazzaro.

Giovanni Carpentieri apre lo studio d'arte "NATURA COELESTIS" a Calcata, Piazza Roma,3. 20 marzo 2004.
Nel marzo 2003 Giovanni Carpentieri acquista a Calcata un antico spazio, una volta rimessa per la carrozza ed i cavalli del personaggio importante del borgo. Dall’aprile 2003 al marzo 2004 lavora al recupero del locale, lo converte in studio d’arte e spazio espositivo delle sue opere. Allo spazio viene dato il nome di “NATURA COELESTIS”.

2004

Mostra inaugurale “NUOVI TRIANGOLI” allo Studio d'Arte "NATURA COELESTIS", Piazza Roma, 3.  20 marzo 2004.
La mostra viene fatta in occasione della manifestazione, che coinvolge molte gallerie e studi d’arte che ha come titolo “Aspettando primavera”.
Alla mostra Carpentieri espone una serie di opere realizzate con tecniche miste e colori acrilici che hanno il triangolo come forma-base .
Nel depliant di presentazione della mostra vi è scritto: “Il triangolo, come forma geometrica usata fin dalla preistoria, contiene in sè, a secondo della disposizione del suo vertice, l’idea della stabilità o della instabilità. Con il vertice verso l’alto simbolizza il fuoco. il sesso maschile; con il vertice verso il basso. l’acqua, il sesso femminile.
Triangolare è la forma della piramide e il triangolo equilatero rappresenta l’armonia, la divinità.
Pitagora faceva giurare i suoi discepoli sul “tetraktys”, un simbolo con forma triangolare nella quale i dieci numeri venivano disposti in posizione piramidale, che simbolizzava la perfezione, la conoscenza di sè e del mondo reale.
In questi “NUOVI TRIANGOLI” la forma viene distrutta e ricostruita. Coma spesso accade nell’arte, si distrugge il reale per comporre una immagine-simbolo, forse meno leggibile ma più profonda.
Segni geometrici, linee, macchie e tessiture sono accostate alla forma triangolare più o meno visibile. la superficie viene divisa in due da una fascia di linee verticali colorate.
La composizione è simmetrica, un leggero bagliore dorato ha lo scopo di sedurre chi guarda e far si che si avvicini al proprio mondo interiore e venga portato verso l’aspetto mistico della propria natura, verso la sua”natura coelestis”.

Mostra collettiva “L’uovo d’artista”edizione, al Centro Culturale Il Granrone di Calcata, dal 20 marzo al 18 aprile 2004.
Giovanni Carpentieri presenta un’opera, in tecnica mista e colori acrilici,“L’uovo cosmico”di 100X70 centimetri.
Al centro di Adamo ed Eva, presi da un autore fiammingo del XVI secolo e trattati al computer, vi è “l’ uovo cosmico”.
All’opera viene aggiunta la scritta:
In molte cosmogonie il caos è visto come qualcosa di informe e di non ordinato che circonda la Terra e che coesiste con il mondo formale. Questo caos è considerato una immensa riserva di energia immortale in cui le cose create si dissolveranno alla fine dei tempi.
L’uovo simboleggia il principio organizzante. In, che è anche ritenuto un’immagine della perfezione, si uniscono i contrapposti e i complementari che sono all’origine della vita e dai quali derivano tutte le differenze esistenti nelle cose create.

Mostra collettiva “SCAMBIO D'ARTE” al Palazzo Baronale degli Anguillara ”Calcata, maggio 2004.
Con questa mostra si completa lo “scambio d’arte” tra gli artisti olandesi di Onderbanken e quelli di Calcata, organizzato dal Centro Culturale “Il Granarone”. Giovanni Carpentieri espone una “icona” 100X100 su tavola.

Mostra personale “PICCOLE ICONE” alla Posta di Amalia, Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila) Agosto.
Giovanni Carpentieri espone dodici Icone 30X30 e sei “Teatrini prospettici” in uno spazio medievale del centro storico di Santo Stefano di Sessanio. Sono icone che si inseriscono nello spazio con la volta a botte, probabilmente un'antica cantina. Santo Stefano di Sessanio è un bel borgo medievale-rinascimentale integro posto in una zona ancora incontaminata a pochi chilometri dal Gran Sasso.

Mostra collettiva “DERUIMTE” ("LO SPAZIO IMMAGINARIO") alla Galleria REM, Dorpstraat 17a, Jabeek (Olanda) dal 31 ottobre al 12 dicembre.
Giovanni Carpentieri espone alcuni “TEATRINI” in questa mostra organizzata dalla Galleria REM e dal Comune di HEERLEN nel sud dell’Olanda. Gli altri artisti sono Nicole BOTS, Loek HAMBEUKERS, Wendi BAKKER, Ikene BRUMMER, Sergio Macchioli, Clemens MAASSEN.
Nell’occasione della mostra vengono tenute due conferenze; la prima dal titolo “L’esperienza dello spazio” (da Wendi Bakker) e la seconda “Colori e spazi nell’immagine e nella pittura” (da Frans Frassen).

2005

Proiezione del documentario realizzato da Giovanni Carpentieri dal titolo "L'ARTE E LA MENTE" al Palazzo Baronale degli Anguillara a Calcata sabato 19 aprile 2005, nell'ambito della manifestazione "Aspettando primavera".  La voce narrante e la scelta delle musiche è di Strefano Nazzaro.

Mostra collettiva “L’UOVO D’ARTISTA” edizione al Centro Culturale “Il Granarone Calcata aprile 2005
Giovanni Carpentieri espone un’opera su tela 80X80 dal titolo “DANAE”.
Danae è la mitica figura di donna che viene fecondata da Giove sotto forma di pioggia d’oro. In questa immagine astratta il maschile e il femminile dividono in due sulla tela. Due forme, che hanno colori complementari e che rappresentano il maschile e il femminile, si uniscono attraverso piccole gocce d’oro.

Mostra personale “BLU E ORO” allo Studio “Natura Coelestis” Calcata in occasione di “ASPETTANDO PRIMAVERA“ Marzo 2005.
In questa mostra Giovanni Carpentieri espone una ventina di opere ottenute con tecniche varie e colori acrilici su tela o tavola.
Nella locandina è scritto:
Il cielo è blu, il mare è blu, blu sono anche l’uccello della felicità, la notte e l’irrealtà del sogno.
Questo colore, che attualmente è il preferito da più della metà della popolazione adulta occidentale, fino all’epoca medievale non era molto apprezzato. Nel XII secolo la veste della Madonna si tinge di blu e il colore viene associato alla, al bello e alla pace.
Più tardi, e fino ai nostri giorni, diventa distintivo di uno stato sociale elevato e un indice di alta moralità.
Il blu delle vetrate delle chiese gotiche simboleggia spiritualità. Molti pittori amano il blu: Vermeer è attratto dal blu che compare nella ceramica prodotta nella sua città, Delft.
Gli Impressionisti sono amanti del blu. Tra i moderni Yves Klein realizza “monocromi” blu nei quali un colore “blu” molto particolare e luminoso, ottenuto con una composizione protetta da un brevetto, abolisce lo spazio tra l’opera e lo spettatore. In epoca barocca iltrasforma in oro, colore della luce per eccellenza e del divino in molte religioni. Bluoro sono simboli del sacro, dell’immateriale e del soprannaturale. In tutto il mondo l’oro, incorruttibile e lucente, è stato impiegato con valore spirituale e cosmologico. Rappresenta, inoltre, un simbolo di immortalità.
In queste opere sono proprio il blu e l’oro a giocare un ruolo importante: rappresentano l’idea di spiritualità unita a quella solare. Una forma stabile, verticale e simmetrica che ha in sè spiritualità e solarità porta ad un’idea di sicurezza e di felicità.

Giovanni Carpentieri realizza un video di circa 10 minuti in occasione della "La nuit des Musées" all’OPERA BOSCO di Calcata. Maggio 2005
Nel video vengono ripresi e solarizzati gli alberi, le foglie e i rami dell'Opera Bosco ripresi in una ventosa giornata. Le immagini sono accompagnate dalla musica di Beethoven.
Questa manifestazione, indetta da Opera Bosco, Museo di Arte nella Natura, si collega con altre coordinate dal Ministero de la Culture e de la Comunication francese.

Mostra personale “ROSSO BLU ORO e altri colori” al Castello di Capalbio (Grosseto) dal 2 al 10 luglio 2005.
Giovanni Carpentieri espone una quindicina di opere su tela o tavola.
Nella locandina è scritto:
Il rosso è il colore del principio vitale, è associato alla primavera, al matrimonio, alle nascite. E’ anche il colore dell’Eros e della ritualità dionisiaca, del fuoco e del sangue.
La libido, l’anima e il cuore hanno un colore rosso.
La conoscenza esoterica è rappresentata da questo colore. Nei Tarocchi, l’Eremita, la Papessa e l’Imperatrice vestono di rosso.
Il blu è il suo complemento. E’ il colore della notte, del freddo, della castità e del misticismo. Fa pensare ad un’idea di calma e di tranquillità. E’ anche il colore della spiritualità e dell’irrealtà.
La Madonna viene vestita di rosso e di blu, i due colori che messi insieme formano la totalità, l’unità, l’unione della terra e del cielo.
questa immagine concilia i contrari. Rappresenta uno di quei simboli che Jung chiama “unificatori” poichè realizzano la sintesi degli opposti.
L’oro, infine, è un simbolo di immortalità, di luce e di perfezione. Le Icone bizantine sono dorate poichè parlano di altri mondi, di spiritualità e di misticismo. In queste opere il rosso, il blu e l’oro vogliono avere queste funzioni: unire gli opposti e creare una immagine, una “icona” moderna che abbia in sè solarità e spiritualità. La forma è geometrica e stabile, simmetrica e razionale ma i colori, i riflessi, le macchie, aprono il mondo dell’irrazionale, della sensibilità e cercano di mettere insieme realtà e immaginazione, terra e cielo.

Per l’occasione Carpentieri realizza un video, della durata di circa 10 minuti, dal titolo: “TRASFIGURAZIONE, i colori, le luci e le forme del Giardino dei Tarocchi" con immagini rallentate riprese al Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle che è a pochi chilometri da Capalbio.

Mostra SCAMBIO D’ARTE II (EEN UITWISSELING VAN KUNST II) Galerie REM, Galeridelaar, Gemeentehuis ONDERBANKEN (limburg - OLANDA) 21 agosto - 18 settembre 2005.
Giovanni Carpentieri espone una quindicina di acrilici su tela o tavola. Gli altri artisti partecipanti sono: Massimo ANTONELLI, Pier Luigi BELLACCI, Angelo BRUGNERA, Andrea CAGNETTI, Filippo CENTENARI, Paolo CIAFFARONI, Vittorio FAVA, Gianni, LUGHIA, Sergio MACCHIOLI, Claudio MARANI, Gabriele MAZZARA.
Carpentieri per l’occasione prepara un DVD dal titolo “ICONE” nel quale particolari delle sue opere, solarizzati e sovrapposti, danno luogo a effetti cromatici particolari.

Giovanni Carpentieri è presente nel Libro “l’arte è...”.di GIUSEPPE SALERNO. Il libro presenta 14 artisti che operano nell’ambito di Calcata.
Il libro è introdotto da Claudio Strinati, Sopraintendente al Polo Museale di Roma che, tra l’altro, dice: “Un catalogo di quattordici artisti il cui riferimento è Calcata non può essere semplicemente un catalogo di opere, ma è piuttosto la testimonianza di una realtà rara nel mondo dell’arte quale è quella espressa negli ultimi decenni da un borgo che si è imposto per i suoi contenuti all’attenzione internazionale.
Una realtà, quella del Borgo di Calcata, unica tanto dal punto di vista sociale, che da quella di una creatività espressione forte e variegata del nostro tempo. Artisti, quelli selezionati da Giuseppe Salerno, che con modalità e pensieri molto diversi hanno in comune l’essere in modo più o meno inconscio, comunicatori di questa nostraà complessa e travagliata che, perso ogni punto di riferimento, vaga alla ricerca di nuove mete esistenziali.
A proposito di Carpentieri, Giuseppe Salerno scrive:
"L'idea del volo ha sempre accompagnato la vita artistica di Giovanni Carpentieri che al volo ha dedicato l'intera sua attività lavorativa. un volo fortemente interiorizzato il suo, un modo particolare di essere e di entrare in contatto con il quotidiano. la visione dall'alto ed il puntare dritto su una meta per poi riguadagnare immediatamente quota e tornare ad essere solo, sempre più in alto.
E’ difficile dire se si fa ciò che si è o si diviene in funzione di ciò che si fa. Certo è che Carpentieri è la manifestazione evidente di questo enigma. Molteplici sono negli anni i suoi campi di interesse e sempre la sua ricerca è puntuale, dettata da un grande desiderio di conoscenza e disciplinata da un approccio fortemente razionale.
L’intera produzione, pur se molto articolata, risponde sempre ai criteri della razionalità geometrica, una geometria talvolta sottesa, tal altra dichiaratamente protagonista. Una visione razionale che lo porta ad affrontare gli aspetti strutturali del volo attraverso i suoi “Icari” o i suoi “Uccelli”,lo avvicina ad una certa geometria zen, che lo rende protagonista nella ricerca di “Tempo Reale” sui nuovi strumenti elettronici di comunicazione a distanza.
E alla comunicazione Carpentieri profonde grandi energie affiancando alla produzione di opere pittoriche una ricca produzione di audiovisivi e video d’arte. In tutto il suo percorso dedica grande attenzione alla fase progettuale. Lunghi tempi di riflessione ed approfondimento, poi il piacere fisico di usare le mani attraversando ogni possibile strumento e tecnica.
I “Teatrini Prospettici”, scatole tridimensionali di legno nelle quali inserisce personaggi tratti da opere di pittori famosi in strutture sceniche riprese dagli studi sulla prospettiva dell’olandese del ‘600 Jan de Vries, i “Triangoli Profondi”, le “Scatole di Montaggio” e le “Icone” costituiscono la sua più recente produzione.

2006

Mostra personale “VISI, PIXEL E COLORI” dal 10 dicembre 2005 all’8 gennaio 2006 allo studio d’arte “Natura Coelestis” Piazza Roma, 3 Calcata.
Carpentieri espone una quarantina di ritratti di personaggi di Calcata ripresi tra le vie del borgo ed elaborati al computer.
Sul Corriere di Viterbo appare un articolo di Giuseppe Salerno che dice: “Così tanti, tutti insieme, sorridenti e vestiti dai mille colori della tavolozza elettronica non si erano mai visti. Parliamo dei numerosi abitanti del piccolo borgo di Calcata: prevalentemente artisti, ma anche artigiani, uomini di cultura e organizzatori. Tutti comunque protagonisti di una vita quotidiana all’insegna della creatività, ispirati ininterrottamente dall’unicità del paesaggio che li circonda. A mettere insieme queste persone è stato Giovanni Carpentieri che del pennello, così come della macchina fotografica e del computer, è un maestro. L’artista si è servito di scatti veloci e poi altrettanto veloci elaborazioni al computer per portare a termine questa impresa. Una lunga sequenza di rappresentazioni virtuali di fronte alle quali si ritroverà l’intero borgo reale.
Un'esposizione di tratti somatici immersi e segnati dai colori della vita. Un arcobaleno cromatico fatto di segni, di volti e di emozioni. Tutto questo è ciò che Carpentieri presenta sulle bianche pareti di “Natura Coelestis”, lo splendido studio d’arte recentemente sorto nel borgo, nei locali dove un tempo il signoredel  luogo custodiva la propria carrozza.
Carpentieri presenta alla mostra anche un CD con le immagini.

Mostra collettiva “L’UOVO D’ARTISTA” organizzata dal Centro Culturale Il Granarone e dalla Galleria “l’arte è...” Calcata 1-17 aprile 2006.Carpentieri espone un’opera su cartoncino nella quale al centro della fascia verticale centrale, nel punto di incontro delle polarità contrapposte,trova un uovo dal quale parte una spirale.

Mostra collettiva gli “SPAVENTAPASSERI”. In occasione della Fiera dei Fiori all’AUDITORIUM Parco della Musica di ROMA, sedici artisti presentano altrettanti spaventapasseri. La mostra viene inaugurata il 19 maggio 2006 dal Sindaco di Roma, Walter Veltroni.
Carpentieri presenta uno “spaventapasseri-acchiappapasseri” alto circa 220 centimetri. E’ un ermafrodita ottenuto dalla fusione di due immagini. La parte maschile è tratta dall’uomo come appare in una tavola dell’Enciclopedie di Diderot e d’Alembert e la parte femminile dagli studi di Durer sulle proporzioni del corpo umano. L’Ermafrodita, che simboleggia l’essere perfetto, quello che ha in sè l’equilibrio assoluto tra le due polarità, ha le braccia aperte e sulle braccia vi sono poggiati degli uccelli.

Mostra collettiva “SEDICI SPAVENTAPASSERI NEL CUORE DI ROMA” al CAFFE’ LETTERARIO”, Via Ostiense, 95, organizzata da Giuseppe Salerno. 26 maggio 2006.
La mostra presentata all’Auditorium viene spostata nei locali del Caffè Letterario di Via Ostiense, un ambiente interessante e culturalmente stimolante.

Mostra personale “I TEATRINI PROSPETTICI” Casa del Capitano dal 5 al 15 agosto 2006 Santo Stefano di Sessanio
Carpentieri espone una ventina di “teatrini prospettici” e due “triangoli profondi alla "Casa del Capitano", una dimora rinascimentale posta nel centro del borgo abruzzese una volta mediceo. Vi sono anche teatrini che rappresentano i due aspetti dell'amore: l'amor sacro e l'amore profano. Le Sacre Famiglie di Durer e di Michelangelo non si contrappongono a quelle di Picasso-Toro; sono gli opposti che si uniscono per comporre l'Unità e far diventare l'Uomo una sintesi del mondo.
Serenella Nanni scrive:
“Nel salottino settecentesco della Casa del Capitano si affacciano, sul proscenio delle scatole teatrali inventate da Giovanni, coppie celebri della storia dell’arte, che confermano o infrangono il fuoco prospettico delle quinte che inquadrano: le anatomie angolose dei nordici Durer e Van Eyck e quelle pingui di Botero in frontale attonita attesa; il brutale e languido erotismo di Picasso e l’estasi volante di Chagall; la stilizzata tensione equestre di Marino Marini e poi Leger, Tiepolo...
Venite a vedere, importante è l’incontro ogni volta nuovo tra le geometrie metafisiche degli sfondi personaggi eterni della “comédie humaine” che, come farfalle di un entomologo, Giovanni Carpentieri punta e fissa con il loro fuggevole incanto nelle sue misteriose bacheche”.

2007

Mostra personale "CALCATA COME IDEA" dal 10 dicembre al 6 gennaio 2007allo Sudio d'Arte "NATURA COELESTIS" Calcata Piazza Roma 3.
Carpentieri presenta una serie di immagini di grafica computerizzata con una Calcata stilizzata. Le immagini, molto colorate, sono realizzate su cartoncino (40x30) e tela (100X100). Un'opera su tela 100X100 viene donata al Conune di Calcata.

Mostra collettiva“L’UOVO D’ARTISTA” organizzata dal Centro Culturale “IL GRANARONE” . Calcata: marzo - 9 aprile 2007.
Carpentieri espone un’opera su tavola di forma ovale che ha come base un disegno di Michelangelo trattato al computer.

Giovanni Carpentieri realizza un video d'arte dal titolo "VARIAZIONI CROMATICHE SU UN TEMA DI MOZART", in DVD della durata di 10'50".

Giovanni Carpentieri realizza un video d'arte in DVD della durata di 9'15" dal titolo "VARIAZIONI CROMATICHE SULLA MUSICA DI B. ENO". di 10'30".

Mostra collettiva “NOME E COGNOME SALVO ECCEZIONI” a cura di Giuseppe Salerno. Caffè Letterario Roma 30 marzo - 22 aprile 2007.
In occasione della mostra Giuseppe Salerno presenta, in un catalogo in due volumi, 26 artisti tra cui Giovanni Carpentieri.

Presentazione dell’audiovisivo “CALCATA, il vecchio e il nuovo” al Centro Culturale “IL GRANARONE” di Calcata 21 aprile 2007. Il testo e le riprese e il montaggio video sono di Giovanni Carpentieri, la voce narrante è di Stefano Nazzaro.
Carpentieri realizza un nuovo audiovisivo, in DVD di 20 minuti, su Calcata. Sulla copertina è scritto: Calcata, un piccolo borgo medievale nelle vicinanze di Roma, all’interno del Parco della Valle del Treja, è un insieme particolare, un esempio unico dove il vecchio e il nuovo si integrano, dove la natura, lo spettacolo e la creatività sono fusi insieme.

Mostra collettiva “L’ATTACCAPANNI” a cura di Giuseppe Salerno. Caffè Letterario Roma. 27 ottobre -novembre 2006
Carpentieri presenta un“Attaccapanni-fiore”, scultura realizzata con legno laccato bianco di 180X20 centimetri che ha nella parte superiore elementi movibili.

2007

Mostra collettiva “L’ARTE SEDUTA, Cento artisti per cento sedie” a cura di Giuseppe Salerno. MOA CASA- NUOVADI ROMA. 5 - 13 maggio 2007. Carpentieri espone una sedia dal titolo “L’ABBRACCIO DELL’ANGELO” costruita in legno laccato bianco. La parte dell’angelo è presa dall’Uomo dell’Encyclopedie di Diderot e d’Alembert, le grandi ali sono tratte da incisioni di Durer. L’insieme consta di sei pezzi smontabili e le proporzioni sono quelle della sedia LC1 del 1928 di Le Corbusier.

Mostra colletiva "MILLE ARTISTI PER L'UNITA' D'ITALIA" a cura Giuseppe Salerno alla Galleria "IL MITREO" dal 2 al 6 giugno 2007.
E' una mostra-evento per il duecentennale dell'Unità d'Italia e gli artisti, circa trecento, partecipano con un'opera 50X50 centimetri. Carpentieri presenta un acrilico su cartoncino dal titolo "I quattro elementi ed il tempo ciclico".
Carpentieri per l'occasione gira un filmato che viene posto su You tube.

Giovanni Carpentieri realizza i "VERTICALI", elementi su tavola di 160X20 centimentri di vari colori con al centro una striscia significativa e linee d'oro. I “verticali” possono essere accostati in maniera variabile uno all'altro (da quattro a sei) e cambiati di posizione.

Giovanni Carpentieri realizza un video d'arte in DVD di 10'50" dal titolo "HALLOWEN" che viene proiettato a Calcata durante la festa di Hallowen del 2008.

Mostra personale "SCAMBIO D’ARTE III - EEN UITWISSELING VAN KUNST III". Galerie REM,OLANDA 12 agosto - 2 settembre 2007.
Carpentieri espone 18 opere realizzate con tecnica mista (acrilico e foglia d'oro) di varie dimensioni, alcune su tela, altre su tavola. Oltre all’elemento multicolore verticale, nelle opere viene inserita una forma triangolare con il vertice in basso.
Eseguiti appositamente per la mostra espone 6 “VERTICALI” di vari colori. Essi possono essere accostati uno accanto all’altro in una composizione che ha la possibilità di espansione e contrazione e di variare l’accostamento dei colori.

2008

Mostra collettiva "L'UOVO D'ARTISTA" - 7 Edizione alla Galleria "IL GRANARONE" Calcata 9-24 marzo 2007.
Carpentieri presenta un'opera di computer-art, di 100X70 centimetri, dal titolo "La ricerca di una stabilità impossibile". E' un triangolo colorato che ha all'interno un pendolo-uovo.

2009

Mostra collettiva "ARTISTI CON BAGAGLIO AL SEGUITO" a cura di Giuseppe Salerno dall'8 al 21 maggio 2009 nella "SALA PRESIDENZIALE della STAZIONE ROMA OSTIENSE".
Carpentieri presenta una valigetta-scatola di montaggio di legno con dentro "Un villaggio ideale da portare con sè in viaggio".

Giovanni Carpentieri realizza le "COSTRUZIONI PROGRESSIVE", una serie di opere su cartoncino, tavole o tela di varie dimensioni con colori acrilici.

Mostra personale "QUARANTA ANNI DI PITTURA 1969-2009" al Palazzo Baronale degli Anguillara di Calcata dal 31 ottobre all'8 dicembre 2009..
In una sala viene proiettato il video "VARIAZIONI CROMATICHE sulla musica di B. ENO".
Carpentieri espone quaranta opere appartenenti ai vari periodi, dalle "FORME" e dalle "VARIAZIONI GEOMETRICHE" del 1969-70 ai "VERTICALI" e alle "COSTRUZIONI PROGRESSIVE" degli ultimi anni.

Giovanni Carpentieri realizza un documentario "CALCATA E IL SANTO PREPUZIO, RENATO CARPENTIERI LEGGE PEYREFITTE". Renato Carpentieri legge il secondo capitolo della quinta parte del libro di Roger Pereyfitte "Le chiavi di San Pietro", scritto nel 1955, nel quale viene descritta la gita a Calcata di due preti francesi, padre de Trennes e l'abate Mas, per vedere la reliquia del Prepuzio di NSGC conservata nella chiesa dei santi Cornelio e Cipriano.

2010

Mostra collettiva "L'UOVO D'ARTISTA" 9 edizione alla Galleria "IL GRANARONE" Calcata 20 marzo - 5 aprile 2010.
Carpentieri espone un'opera 60X60 centimetri dal titolo "DANAE 2". E' una visione astratta e simbolica del celebre mito.

Giovanni Carpentieri realizza il documentario "SANTO STEFANO DI SESSANIO, un borgo rinato" che viene presentato da Daniele Kilgren nello spazio "Sotto gli archi" della Società Sextantio a Santo Stefano di Sessanio. La voce narrante è di Stefano Nazzaro. Agosto 2010.

Mostra personale "SCAMBIO D'ARTE FINALE". Galerie REM, Jabeek OLANDA 22 agosto - 12 settembre 2010.
Carpentieri presenta 27 opere tra cui cinque VERTICALI e gli ultimi lavori, le "COSTRUZIONI PROGRESSIVE" su tela o su tavola. Queste sono opere rese dinamiche dalle linee e dalle superfici molto colorate che si intersecano tra loro. Nei fondi le macchie ed il casuale si contrappongono alla razionalità e alla geometria. E' come un'architettura che si costruisce e si distrugge su di un fondo organico. Nelle "COSTRUZIONI PROGRESSIVE" Carpentieri riprende e trasforma le antiche "variazioni geometriche". Il nome "COSTRUZIONI PROGRESSIVE" deriva dal fatto che la composizione si crea "in divenire" partendo da un'idea appena accennata.
La tecnica è acrilico su tela, tavola o su cartoncino con dimensioni 100X100, 70X70 e 70X50.

Giovanni Carpentieri realizza un documentario dal titolo "LA NASCITA DEL RINASCIMENTO A FIRENZE". La voce narrante è di Renato Carpentieri.

Mostra collettiva a cura di Giuseppe Salerno dal titolo "L'ARTE FA QUADRATO" alla Galleria "L'ARTE è" a Calcata dal 23 ottobre al 7 novembre 2010.
Carpentieri presenta una "Costruzione progressiva" acrilico su tela 100X100. Realizza anche un filmato-documentario sulla mostra visibile su You-Tube.

Mostra collettiva a cura di Giuseppe Salerno dal titolo "RICOMINCIO DALL'ALBERO" a cura di Giuseppe Salerno dal 4 al 26 dicembre al PALAZZO BARONALE DEGLI ANGUILLARA a Calcata.
Carpentieri presenta un "Albero alchemico" composta da due elementi: una stele-base e un elemento circolare in grado di ruotare con il vento, appeso al di sopra della base. Nell'elemento circolare su una delle due facce sono presenti i cinque elementi dell'alchimia medievale (terra, acqua, fuoco e aria e la quint'essenza) e sull'altra un sole-spirale in oro in foglie.

Mostra personale, con Piero SENSI, alla Galleria "IL GRANARONE" di Calcata dal 1 dicembre 2010 al 6 gennaio 2011.
Carpentieri presenta 10 "COSTRUZIONI PROGRESSIVE", acrilici su tela o tavola di vari formati.

Mostra collettiva dal titolo "SE UNA NOTTE D'INVERNO UN VIAGGIATORE" a cura di "eleva arte" 27-28 novembre 2010 all'Hotel delle Vittorie Roma. Carpentieri presenta una decina di opere tra cui "Teatrini prospettici", un "MANICHINO COLORATO" e due video.
Valeria Arnaldi scrive:
"Da lontano viene l'ispirazione di Carpentieri che spinge la modernità a confrontarsi con la propria storia, da Diderot a Picasso, tingendo di colore uomini enciclopedici, trasformando capolavori in quinte per nuove opere, fino ad arrivare all'esperimento della video-arte.

2011

Mostra collettiva "L'UOVO D'ARTISTA-LA RINASCITA NELL'UNITA'" 10 edizione a cura di Giuseppe Salerno e Marijcke Van Der Maden alla Galleria "ARTE è" di Calcata dal 10 al 25 aprile.
Carpentieri presenta l'opera dal titolo "L'uovo e la spirale aurea" acrilico su cartoncino 100X70. E' un'opera quasi monocroma nella quale una spirale aurea parte da un centro (uovo) e si espande.

Giovanni Carpentieri, tra aprile e settembre, realizza un documentario dal titolo "REALISMO E ASTRAZIONE" nel quale si mette in evidenza che l'arte astratta non è nata nel 1910 con il primo acquerello di Kandinskij ma molto prima, in epoca preistorica e che nell'arte di tutti i tempi, nelle opere dei grandi maestri, la realtà viene solo marginalmente riprodotta ma è sempre presente un contenuto concettuale che va al di là della semplice figurazione. La voce narrante è di Stefano Nazzaro. La durata è di 17 minuti.

2012

Giovanni Carpentieri realizza un documentario dal titolo "COCULLO, La festa di San Domenico e Il Rito dei Serpari.
Tra maggio 2011 e maggio 2012 Carpentieri realizza questo documentario della durata di 35 minuti sulla Festa di Cocullo, ritenuta uno dei gioielli del folclore non solo abruzzese. La voce narrante è di Stefano NAZZARO.

Mostra personale "COSTRUZIONI PROGRESSIVE" nello spazio dell'EX FORNO a Santo Stefano di Sessanio (L'Aquila) dall'1 al 15 agosto.
Giovanni Carpentieri espone dodici opere (10 su cartoncino 70X50 e due su tavola 70X70) della serie "Costruzioni progressive" e proietta DVD di Video-Art.
Proietta anche documentari culturali da lui stesso realizzati e del documentarista e fotografo Mario Carbone tra cui "Viaggio con Carlo Levi nella Lucania del 1960" e "Appunti sulla Sardegna". Realizza, inoltre, un documentario sulla mostra "Paesi, pastori e viandanti". Sono marmi antichi e visioni dipinte che dagli Uffizi vengono esposti a Santo Stefano di Sessanio". Nel documentario Antonio NATALI, Direttore della Galleria degli Uffizi, introduce alla mostra e commenta alcune opere significative.

2013

Giovanni Carpentieri realizza "GLI ALBERI DELLA VITA", una serie di opere di piccolo formato (40X30) su cartoncino.

Giovanni Carpentieri, nei primi mesi del 2013 realizza una serie di opere dal titolo "LA NASCITA E LA SPIRALE". Sono opere ottenute con tecnica mista (acrilico, spray) su cartoncino di varie misure (100X70 e 70X50) nelle quali da un punto iniziale (ovale o cerchio) ha origine una spirale aurea di crescita. Una delle opere viene esposta all'Associazione Culturale "IL GRANARONE" nell'annuale mostra dal titolo "Uovo d'artista".

Il documentario "IL MOVIMENTO CHE DA' LA VITA" viene presentato il 27 aprile 2013 all'Associazione Culturale "IL GRANARONE" di Calcata. Questo documentario di 21 minuti, realizzato da Giovanni Carpentieri in VHS nei primi anni '90, viene per l'occasione prodotto in DVD. Tratta di marionette, burattini, teatro delle ombre, automi, libri animati e altro in cui la staticità viene trasformata dal movimento in azione dinamica e dove la morte viene mutata in vita. La voce narrante è di Stefano Nazzaro.

All'Associazione Culturale "IL GRANARONE" di Calcata dal 2 al 10 febbraio 2013, Mostra delle fotografie di Giovanni Carpentieri scattate in occasione de “LE CARRETTE DI CARNEVALE DI CALCATA 1990”.
Nella locandina è scritto: "Le immagini sono in bianco e nero. La manifestazione era organizzata da Giuseppe Salerno. Un bel ricordo di tanti artisti che operano nel borgo. Vecchie carrozzine, passeggini, carriole, carrelli della spesa, biciclette ed ogni altro piccolo supporto su ruote danno vita spinti, trainati dai loro stessi artefici. Immagini di opere a misura del piccolo borgo medievale del viterbese.
“Il Granarone” è sempre alla ricerca di manifestazioni particolari che lo distinguono e lo rendono originale e unico nel borgo degli artisti. Questa manifestazione non vuole solo ricordare il passato ma vuole essere un auspicio, uno sprone per ritornare ad operare tutti insieme nel presente e nel futuro.

Giovanni Carpentieri realizza un documentario dal titolo "FUTURISMO E AEROPITTURA, Il dinamismo nel cambiamento e il mondo visto dall'alto”, della durata di 21 minuti. Nel documentario che viene presentato alla riunione-mostra organizzata da Maria Fede Caproni l'8 maggio del 2013, viene esaminato il movimento Futurista, i suoi ideali, le sue innovazioni, le sue provocazioni e le sue connessioni con il volo. La voce narrante è di Stefano Nazzaro. Alla mostra Carpentieri presenta tre ICARI COLORATI realizzati nel 1986. Uno di questi viene donato alla Collezione Caproni.

Mostra personale "REALISMO E ASTRAZIONE" Palazzo Pagliaricci, Amelia (TR) dal 20 al 28 luglio 21013.
Giovanni Carpentieri espone 14 opere astratte. Sergio Macchioli espone dieci acquerelli figurativi. All'inaugurazione viene proiettato il suo documentario "REALISMO E ASTRAZIONE. L'immagine che diventa idea".
Giuseppe Salerno nella presentazione alla mostra scrive: "Il senso della costruzione è ciò che accompagna il percorso cosciente dell'uomo quando, in una visione antropocentrica, architetta in sè i mondi con i quali convivere. Un fare che incide sul preesistente nella convinzione che sia il pensiero razionale a dettare le condizioni per condurre al meglio la propria esistenza.
Giovanni Carpentieri, a conferma dell'idea diffusa che i cognomi sottendano la vocazione di chi li indossa, di questa visione "architettonica" da sempre è portatore.
Una visione, la sua, che attraverso una lunga e coerente produzione artistica, lo porta a realizzare oggi rappresentazioni geometriche di equilibri interiori stabili nella loro apparente precarietà.
Masse e colori, segnali di tracce auree, si controbilanciano in una distribuzione di linee di forza che vede sempre nel centro della composizione il fulcro di ipotetiche oscillazioni.
Opere, queste, bidimensionali, che introducono la più recente serie di lavori che, guadagnata la terza dimensione, segnano con la loro profondità un importante passo verso quel mondo reale da cui l'artista mai distoglie la propria attenzione".

Giovanni Carpentieri realizza un documentario dal titolo "LA PITTURA A VENEZIA TRA IL '400 E IL '500. GIOVANNI BELLINI, GIORGIONE, TIZIANO E TINTORETTO" della durata di 22 minuti. Nel ducumentario, realizzato tra settembre ed ottobre, viene esaminata la trasformazione della pittura a Venezia tra il XV e il XVI secolo, che abbandona l'atmosfera dorata dei bizantini e i giochi decorativi del Gotico Internazionale per adeguarsi alle più moderne innovazioni del Rinascimento e del Manierismo. La voce narrante è di Stefano NAZZARO.

2014

Giovanni Carpentieri realizza un documentario dal titolo "IL GOTICO INTERNAZIONALE, Gentile da Fabriano e Masaccio: due opposte visioni del mondo" della durata di 23 minuti. La voce narrante è di Stefano Nazzaro.

Giovanni Carpentieri realizza una serie di opere digitali con interventi pittorici in acrilico. Nascono i "VERTICALI DIGITALI", opere molto colorate che enfatizzano l'idea della verticalità. Sono su tela di medio formato (140X70).

Giovanni Carpoentieri realizza due sulle sue opere: "COMPENETRAZIONI MULTIPLE SULLE COSTRUZIONI PROGRESSIVE" con la musica di Riccardo Veno e "LE ALI DELLA FARFALLA" con la musica di Filippo Mazzei. Realizza anche il video "IL MARGINE DEL MONDO, Variazioni sulle forme dei BITUMI di Massimo Piunti".

2015

Mostra personale "VERTICALE" alla Galleria d'Arte "IL LABORATORIO", Via del Moro, 49/50 Roma dal 17 al 22 marzo 2015. Carpentieri presenta 20 opere tra cui 8 "Verticali" su tavola 160X20 e 12 "Verticali" su cartoncino 100X70 e 70X50.
Nella locandina è scritto:
L’asse del mondo unisce la terra al cielo e mette in comunicazione la materia e lo spirito.
Alcune cosmogonie hanno creduto che il tempo potesse girare intorno ad un asse e generare la ciclicità degli eventi e quindi della vita stessa. Forse vivere la propria vita con consapevolezza è come girare intorno ad un asse verticale.
Ma la circolarità non si deve tramutare in ripetizione. Essa deve generare nuovi valori e nuove visioni del mondo. Jung parla di “trasformazione delle proprie energie”. Una teoria ci consiglia che, in questo percorso circolare, si deve sempre restare in contatto con il “basso” e “l’alto” del nostro moto.
Nel mondo dell’arte è molto  presente l’elemento verticale. L’obelisco, la torre, il campanile, il lingam degli induisti, sono elementi  che, in contrapposizione a quelli orizzontali indici di staticità e di morte, richiamano alla verticalità, alla dinamicità  e alla vita.
Anche le colonne e gli “alberi della vita” sono elementi verticale connessi con l’energia vitale così come il “sushunna” del tantrismo, l’asse attorno al quale si avvolgono i due serpenti della “kundalini” che rappresentano proprio questa vitale.
I dervisci danzano intorno al proprio asse tenendo un braccio verso l’alto e l’altro verso il basso in un simbolico congiungimento di terra e cielo.

Mostra personale "La terra e il cielo" alla "NUOVA GALLERIA DELLE ARTI" a Fabriano (AN) dal 17 luglio al 3 agosto 2015. Carpentieri presenta 18 opere della serie "COSTRUZIONI PROGRESSIVE" realizzate bnegli anni dal 2009 al 2014 tra cui 6 su tela 100X100. La mostra è completata da un allestimento audio-visivo. Su delle superfici bianche in movimento viene proiettato il video "COMPENETRAZIONI MULTIPLE" creando così immagini del tutto irripetibili che a loro volta vengono riprese e fanno parte del video "PANTA REI 1". La proiezione è accompagnate dalla musica di Riccardo Veno.
La mostra è organizzata dall'Associazione Culturale InArte Fabriano ed è presentata da Giuseppe Salerno che nella locandina scrive:
"Questa esposizione a Fabriano di opere di Giovanni Carpentieri, allievo di Roberto Crippa è dedicata all’ “astrattismo geometrico".
Nato nel 1935, è una lunga storia quella di Giovanni Carpentieri la cui presenza nel mondo dell’arte ha un importante avvio nella grande amicizia e nell’assidua frequentazione dello studio di  Roberto Crippa con il quale condivise la professione di pilota e la passione per il volo.
Un’idea, quella del volo che sempre ne ha accompagnato la vita artistica. Un volo fortemente interiorizzato il suo, un modo particolare di essere e di entrare in contatto con il quotidiano. La visione dall’alto ed il puntare dritto su una meta per poi riguadagnare immediatamente quota e tornare ad essere solo, sempre più in alto. E’ difficile dire se si fa ciò che si è, o si diviene in funzione di ciò che si fa. Certo è che Carpentieri è la manifestazione evidente di questo enigma. Molteplici sono negli anni i suoi campi di interesse e sempre la sua ricerca è puntuale, dettata da un grande desiderio di conoscenza e disciplinata da approccio fortemente razionale. L’intera sua produzione, pur se molto articolata, risponde sempre ai criteri della razionalità geometrica, una geometria talvolta sottesa, tal altra dichiaratamente protagonista.  Una visione razionale che lo porta ad affrontare gli aspetti strutturali del volo attraverso i suoi “Icari” o i suoi “uccelli”, che lo avvicina ad una certa geometria zen, che lo rende, nella seconda metà degli anni ’80, protagonista insieme a Giovanna Colacevich nella ricerca di “Tempo Reale” sui nuovi strumenti elettronici di comunicazione a distanza. E alla comunicazione Carpentieri profonde grandi energie affiancando alla produzione di opere pittoriche una ricca produzione di audiovisivi e video d’arte. In tutto il suo percorso dedica grande attenzione alla fase progettuale. Lunghi tempi di riflessione ed approfondimento, poi il piacere fisico di usare le mani attraversando ogni possibile strumento e tecnica.
E’ il senso della costruzione ad accompagnare il suo percorso cosciente  quando, in una visione  antropocentrica, architetta in sé e fuori di sé i mondi con i quali convivere. Un fare che incide sul preesistente nella convinzione che sia il pensiero razionale a dettare le condizioni per condurre al meglio la propria esistenza. Una visione quella di Carpentieri  che, attraverso una lunga e coerente produzione artistica, lo porta a realizzare in tempi più recenti rappresentazioni geometriche di equilibri interiori stabili nella loro apparente precarietà. Masse e colori segnati di tracce auree si controbilanciano in una distribuzione di linee di forza che vede sempre nel centro della composizione il fulcro di ipotetiche oscillazioni.
Un fare quello di Carpentieri che nelle ultimissime realizzazioni sembra aprire a orizzonti nuovi nei quali l’opera, in virtù della sua funzione di tramite, si fa albero in un perseguito raccordo tra terra e cielo".

Giovanni Carpentieri realizza un documentario dal titolo "IL PRESEPE NAPOLETANO, Arte, storia, simboli di una sacra rappresentazione" della durata di 26 minuti.
Il Presepe è una ricostruzione tridimensionale dellla Natività. Quelli definiti colti. artisticamente importanti, nati alla fine del '600, raggiungono il massimo splendore nel '700 e si esauriscono nel primo quarto dell'800. Quelli popolari, già dal '500, vengono allestiti all'interno della maggior parte delle case napoletane. Il Presepe è una rappresentazione complessa della Natività. Tutte le componenti, i personaggi, i luoghi hanno signicati simbolici, a volte plurimi. La voce narrante è di Stefano Nazzaro.

Mostra collettiva "I LIBRI TELEMATICI" al Granarone di Calcata settembre 2015. La mostra propone opere datate 1986 del "GRUPPO di ARTE TELEMATICA" operante a Calcata e organizzato da Giuseppe Salerno che presenta la mostra. Gli artisti partecipanti sono: Milena Alessi, Meo Carbone, Giovanni Carpentieri, Giovanna Colacevich, Giancalo Croce, Gianni Loperfido, Costantino Morosin, Maurizio Tiberti, Athon Veggi,

Giovanni Carpentieri partecipa con "OTTO VERTICALI" al IV FESTIVAL INTERNAZIONALE D'ARTE "PER APPIAM" da 4 al 20 settembre 2015 all'EX CARTIERA LATINA Sala Nagasawa sulla Via appian Antica. L'organizzazione dell'evento che comprende arete figurativa, musica e teatro è a cura di "Ipazia immagine pensiero" e di Lucia Ianniello. L'evento viene riportato dai giornali La Repubblica, Il Messaggero, Il Tempo di Roma.
Nella locandina Roberta Pugno scrive:
"Otto opere, strette e alte, dense di colori.
Otto elementi verticali, spine dorsali di fierezza
in cui l’artista concentra le sue tantissime esperienze,
i suoi rapporti, i suoi frequenti viaggi in Oriente.
Otto eroi che affermano
la certezza della propria originalità,
il rifiuto della norma e del costituito,
l’urgenza di tenere dentro di sé
attorno all’asse d’oro che li struttura
stratificazioni di colore e macchie lucenti.
Perché la razionalità e la simmetria della figura
nasconde l’informale cangiante  del contenuto.
Certo. Sono torri, obelischi o antichissimi menhir…
Ma siccome “altus” vuol dire anche profondo,
qui oso dire che Giovanni con queste sue immagini
ci vuole prendere e portare
verso una realtà prerazionale e prelinguistica
là dove l’uomo fiero e sicuro di sé
aspetta la linea sinuosa di una donna di fronte cui chinarsi".

Giovanni Carpentieri realizza il video "KOSMOS", i colori e le forme nelle opere di ANNA COLNAGHI. La musica è di Filippo Mazzei.

2016

Mostra personale "COSTRUZIONI PROGRESSIVE". Galleria d'Arte "Iol Laboratorio" Roma Via del Moro. Dal 13 al 19 giugno 2016. Giovanni Carpentieri presenta 20 opere della serie Costruzioni Progressive su cartoncino o tela.
Nel depliant che accompagna la mostra è scritto:
E' risaputo che la"costruzione è un processo che consiste nell'edificazione di un insieme di strutture collegate sulla base di un progetto".
Come per l'architettura, anche queste costruzioni sono realizzate mettendo insieme delle strutture che, partendo da una progettazione iniziale, si concretizzano nell'opera.
Ma, come accade in ognoi espressione d'arte, la forma finale non è del tutto quella progettata ma quella che si scopre in divenire, in "progressione". Così accade in questi lavori che per ciò hanno il titolo di "costruzioni progressve".
L'atto creativo è sempre una costruzione in divenire ed è questo che affascina l'artista. Si parte da un'idea di massima, si procede nella realizzazione e si conclude quando si capisce che l'opera è compiuta..
Ma per concluderla, a volte bastano pochi minuti, o poche ore; altre volte occorrono mesi e anche anni.
Non lasciatevi ingannare dalle apparenze pensando che Jackson Pollock, preso da furia creativa, possa aver realizzato l'opera di getto. Anche in questo caso, l'opera veniva comunque "costruita" e compiuta in "progressione".
E che dire di Willem de Kooning, un altro grande artista della "action painting", che impiegava mesi e, a volte, anni per concludere un'opera che sembra fatta in pochi minuti?
In queste "COSTRUZIONI PROGRESSIVE", il processo di realizzazione si suddivide in due parti: un fondo e un soggetto principale. Il fondo quasi sempre è irrazionale, casuale; il soggetto è razionale, definito,geometrico.
Un soggetto razionale, fatto di quadrati, triangoli e strisce colorate si sovrappone ad uno spazio irrazionale. Ciò sottende l'idea che la parte razionale debba dominare quella irrazionale, la positiva quella negativa, la forma costruita quella informe.
Il "costruire" implica un concetto positivo.
C'è un leggero dinamismo nella costruzione e vi sono due forze che si incontrano in un ipotetico centro. Due forze contrastanti che partono dai margini della superficie e che, al centro, sembrano abbracciarsi costituendo il nucleo centrale della composizione. I colori, a volte timbrici a volte tonali, sono l'energia di cui le forme sono cariche. Il colore è vita.
La condizione attuale dell'uomo, come viene frequentemente mostrata nelle opere d'arte contemporanea, è ambigua, sofferente e malata di profonda incertezza.
L'artista esprime se stesso e il suo sentire.
Forse questa è un ricerca fuori dalle attuaslai correnti poichè, oltre al "costruire" e al procedere il "divenire", un terzo ingrediente si insinua nella sua realizzazione: il pensare che la creatività sia vita e che la vita possa essere anche gioiosa.

Giovanni Carpentieri trasforma in DVD tre documentari realizzati tra il 1986 e il 1992: "LA MAGIA DELLA LUCE E DELL'OMBRA" Una breve storia della fotografia prima della rivuluzione digitale; "PROMETEO E ORFEO" La tecnologia nella ricerca artistica e "L'ANSIA DELLA RICERCA" Breve storia della ricerca alchemica. Il montaggio è di Giovanni Carpentieri, la voce narrante è di Stefano Nazzaro.

2017

Mostra personale "OMAGGIO AD AZUMA" Icari colorati, Icari meccanici e macchiene volanti. STUDIO ARTI VISIVE Via delle Beccherie Matera Dal 9 al 15 giugno 2017. Carpentieri espone 16 opere realizzate tra il 1986 e il 1992 su cartoncino o su tela. La mostra è curata da Franco Di Pede. All'inaugurazione è presente Raffaello De Ruggieri, sidaco di Matera e l'esposizione viene ripresa e messa in onda dal notiziario di RAI 3 della Basilicata.
Nel depliant è scritto:
"Ho conosciuto Kengiro Azuma a casa di Roberto Crippa a Milano alla fine degli anni '60. Una persona sorridente, di aspetto minuto, timido di quella timidezza che sembrano avere tutti i giapponesi.
Conversando con lui mi raccontò che a disciassette anni era stato un kamikaze pronto ad immolarsi per la patria e per l'imperatore e che si era salvato per l'armistizio che aveva sancito la fine della Guerra del Pacifico.
Questa mostra è dedicata a lui, a Roberto Crippa, che mi ha onorato della sua amicizia e con il quale ho iniziato a conoscere lo staordinario e complesso mondi dell'arte, morto in un uincidente aereo mentre si allenava al volo acrobatico sull'aeroporto di Bresso e ai miei amici, quasi tutti giovani, caduti in volo.

La gallerista ed artista Elena Lacava, alla quale avevo mostrato qualcuna di queste macchine volanti, scrive:
"Potrebbero essere progetti di macchiene atte al volo, di facile ed economica realizzazione.
Potrebbero essere disperati richiami, sfarfallii rumorosi per destare l'attenzione di passanti distratti.
Potrebbero esserre giochi per bambini viziati e incontenibili.
E lo sono. Progetti disperati, incontentabili e inesauste domande, giochi per ichiamare l'attenzione deli Dei.
Grave è la forza che ci assoggetta alla terra.
Grave è la parola che ci condanna.
Grave un personaggio che ci osserva, muto.
Le immaginarie creature che Carpentieri ci presenta sono abitanti di questa terra, sufficientamente consapevoli del ruolo che è loro affidato. I grandi fogli carichi di luci e di ombre, di peso e di aria, ripetono senza stanchezza il mito, o le nostre verità.
In ogni foglio l'uomo è diverso: orgoglioso, presuntuoso, angosciato, arrogante, umiliato. La figura femminile, apparentemente, è più solidamente ancorata alla terra ed il piccolo oscilla, tra l'ammirazione e l'amore.
Gli Dei avranno riso quando Icaro precipitava e con lui, per sempre, l'ansia di sollevarsi dalle condizioni che ci sono iimposte nell'attimo del concepimento.
Questo fatto, che non è accaduto, è con noi come ammonimento ed esisterà con noi, per sempre.
Gli artisti hanno solo l'incarico di ricordarcelo, tra le briciole dei millenni, rotolando per l'universo...remeber...

Giovanni Carpentieri realizza vari documetari dedicati alla creatività di Calcata (VT) tra cui "SIMONA WELLER A CALCATA"; "GIUSEPPE SALERNO A CALCATA"; "MASSIMO JATOSTI A CALCATA"; "ENRICO ABENAVOLI A CALCATA"; "EGIDIO MANGANELLI A CALCATA"; "PIERO SENSI GALLETTA A CALCATA"; che sono postati su YOU TUBE. Realizza anche il ducumentario"DIONISO E APOLLO, Gli spazi della rappresentazione teatrale in Occidente". La voce narrante è di Stefano Nazzaro.

Mostra personale "CONVERGENZE, Tra vecchie e nuove ricerche" Palazzo Baronale degli Anguillara. Calcata (VT) dal 2 al 10 settembre 2017. Carpentieri presenta una ventina di opere realizzate in vari periodi tratte dalle serie "VARIAZIONI SULLE FORME GEOMETRICHE"; "LA MENTE E IL GESTO"; "COSTRUZIONI PROGRESSIVE" e per la prima volta, la nuova ricerca del 2017, i "PIATTI" ceramiche realizzate a Deruta.
Nel depliant è scritto:
Il nome della mostra è “CONVERGENZE” perché vi sono molte convergenze sia tra le “Costruzioni progressive” degli ultimi anni e le “Variazioni sulle forme geometriche” realizzate tra il 1969 e il 1970, sia tra i “PIATTI”, maioliche di quest’anno, e i lavori della serie “La mente e il gesto” realizzate tra il 1974 e il 1975.
Le “VARIAZIONI  SULLE FORME GEOMETRICHE”. Colori acrilici e spray su cartoncino (1969/70).
Nel 1964 visitai Taliesin West, la fondazione-residenza estiva di Frank Lloyd Wright nel deserto dell’Arizona, e restai colpito dalle forme geometriche, soprattutto quelle  triangolari e quelle quadrate, che dominavano la pianta del progetto.  Poco più tardi, nel 1968, a Milano, un amico, il poeta Lelio Scanavini, mi chiese dei disegni in bianco e nero da inserire nel suo libro di poesie “Quattro “M” per voce sola” ed io, ispirandomi alla pianta di Taliesin, ne creai  una decina. Al centro vi era una struttura geometrica collegata con i margini della pagina con spesse strisce nere, come se una misteriosa forza le avesse  inserite dall’esterno. Nacquero così le “Variazioni sulle forme geometriche”,  mai state esposte, e le strisce di alternanze di pieni e di vuoti che hanno accompagnato quasi tutta la mia ricerca.
LE “COSTRUZIONI PROGRESSIVE”. Colori acrilici su tela o su cartoncino o su tavola (dal 2009).
Sono opere nelle quali la composizione si crea “in divenire” partendo da un’idea appena accennata. Rese dinamiche dalle linee oblique e dalle superfici colorate che si intersecano tra loro, sono come architetture che si costruiscono e si sovrappongono ad un fondo organico fatto di macchie e di casualità. Sono la razionalità e la geometria che si contrappongono al caos.  Due forze contrastanti, che partendo dai margini della superficie e incontrandosi al centro,  costituiscono in nucleo interno della composizione. La creatività è vita, il colore è gioia e la vita può anche essere gioiosa.
“LA MENTE E IL GESTO” Colori acrilici e spray su base serigrafata (1974/75).
Su delle basi ellittiche (la parte razionale della mente) realizzate in serigrafia da un amico milanese, sono stati inseriti interventi a mano con colori acrilici e spray (il gesto). Ispirati alle filosofie Zen e Taoista, alcune di loro sono state esposte in Olanda in una mostra dal titolo “Fiori per un giardino zen”.
I “PIATTI”. Maioliche (2017)
Già da qualche anno pensavo di realizzare dei piatti  in maiolica inserendo, con le moderne tecnologie, sia particolari presi da mie opere  che forme appositamente  create al computer e, di questo, ne avevo parlato a Castelli con   Giancarlo Sciannella purtroppo prematuramente scomparso lo scorso anno.
Quest’anno a Deruta ho conosciuto Nicola Boccini, giovane e moderno artista della ceramica, che mi ha aiutato a realizzare questo progetto. Sono così nati i “PIATTI” nei quali “convergono” alcune forme prese dalle mie opere della serie  “La mente e il gesto” realizzate tra il 1974 e il 1975.
Tra l’altro, il supporto di maiolica fatta a mano da esperti artigiani “converge” con la decorazione realizzata con le moderne tecnologie e la materia, i colori e le forme possano inserirsi in una casa medievale come in una abitazione dall’architettura ultramoderna.
I PIATTI hanno un diametro di 40 centimetri e possono essere appesi o poggiati.
Ogni piatto (multiplo di tre) è firmato e numerato.